Tavolo tecnico. È quanto i vertici del Sant'Anna Hospital di Catanzaro sono tornati ad invocare durante una conference call volta a chiamare alla responsabilità la deputazione calabrese. All'invito hanno risposto i parlamentari in maniera trasversale confermando quella solidarietà verso la clinica privata finora espressa solo a mezzo stampa. Alla call non ha fatto mancare la sua presenza la senatrice Silvia Vono (M5s), il deputato Giuseppe D'Ippolito (M5s), la deputata Wanda Ferro (Fdi), la deputata Enza Bruno Bossio (Pd), il deputato Antonio Viscomi (Pd), il deputato Paolo Parentela (M5s), la deputata Dalila Nesci (M5s), il deputato Roberto Occhiuto (Fi), la senatrice Bianca Laura Granato (M5s) e il deputato Massimo Misiti (M5s).

Tavolo tecnico

A loro il management del Sant'Anna Hospital si è rivolto per sollecitare l'individuazione di una soluzione per traghettare la clinica privata al di là dell'impasse burocratico amministrativo che ne sta provocando la chiusura. Tutti sono convenuti sulla necessità di favorire l'istituzione di un tavolo tecnico, o almeno è questo ciò che il presidente del Cda, Giovanni Parisi, e il direttore sanitario, Soccorso Capomolla, hanno risposto a chi domandava in che forma poter intervenire. In particolare, la deputata dem Enza Bruno Bossio che dopo aver rilevato che l'impasse amministrativo riguardante il mancato accreditamento della clinica privata risale ad un periodo anteriore alla nota inchiesta guidiziaria, costata al Sant'Anna Hospital un'accusa per truffa e un sequestro preventivo di beni.

L'intervento del ministro

Una proposta che, in ultima analisi e seppur con piccole variazioni, ha trovato quasi tutti d'accordo. Ad esempio, il deputato Roberto Occhiuto che ha avanzato l'ipotesi di spostare il livello dell'interlocuzione dal piano regionale a quello nazionale chiedendo direttamente un incontro al ministro della Salute, Roberto Speranza, e che ha trovato il favore anche del deputato Antonio Viscomi il quale ha dichiarato di aver personalmente già interessato l'inquilino di via Ribotta sul caso. 

Il grumo di burocrazia

Ma severe censure sono state mosse contro il "grumo" di burocrazia che ha finora frenato e, infine, bloccato il rinnovo dell'accreditamento in favore del Sant'Anna Hospital. In particolare, la deputata Wanda Ferro ha sottolineato che «ciascuno dovrà assumersi le proprie responsabilità» e poi ha aggiunto: «I requisiti di accreditamento ci sono, speriamo che non vangano inficiati da una firma che non viene apposta perchè è in corso un'indagine della Procura». Il riferimento è all'inchiesta Cuore Matto che ha contribuito ad arenare le procedure di accreditamento. L'esponente di Fratelli d'Italia ha poi puntato il dito contro «l'inadempienza della Regione e dell'Asp» appellandosi ai colleghi parlamentari e senatori per promuovere una rete capace di andare oltre le appartenenze di partito. «Credo - ha aggiunto - che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità e noi in qualità di parlamentari possiamo affiancarci all'azione della commissione prefettizia e della Regione per individuare una soluzione immediata». 

L'incontro in commissione Sanità

In considerazione, dell'imminente convocazione ottenuta in commissione sanità del Consiglio regionale la senatrice Silvia Vono ha chiesto di poter partecipare in qualità di uditore per comprendere anche le ragioni dell'Asp e della struttura commissariale. Ha inoltre avanzato una possibile soluzione che risiede nella sottoscrizione da parte del commissario ad acta, Guido Longo, di un piano di emergenza che consenta alla struttura di continuare ad erogare prestazioni fino al 31 gennaio in attesa di un intervento decisivo. 

Le prescrizioni vessatorie

La sola a fare le pulci al management del Sant'Anna è stata però la senatrice Bianca Laura Granato che si è soffermata sulle prescrizioni contenute nella relazione della commissione dell'Asp. Dopo aver elencato le carenze della struttura ha incalzato i due vertici sul punto: «Queste prescrizioni vi sembrano vessatorie o sono importanti per consentire l'operatività della clinica?» ha domandato la senatrice, soprattutto in ordine all'assenza dei percorsi sporco/pulito, e chiedendo in quanto tempo si riuscirà ad adempiere a quanto richiesto.

Dieci giorni

A questo punto è intervenuto dapprima il presidente del Cda, Giovanni Parisi, dichiarando che «le prescrizioni non sono vessatorie. Dal 2015 - ha aggiunto - abbiamo sempre risposto alle richieste di adeguamento e siamo stati disponibili a qualsiasi accesso o verifica. Abbiamo inoltrato oltre duemila documenti» ha precisato ancora. Successivamente ha preso la parola il direttore sanitario, Soccorso Capomolla, cadenzando i tempi dell'adeguamento strutturale. «Per quel che riguarda l'installazione dei tappeti decontaminanti, il percorso sporco/pulito e la segnaletica interna abbiamo già adempiuto - ha precisato - mentre per il rilascio del certificato unico di agibilità saranno necessari dai tre ai quattro mesi dal momento che è in corso di pubblicazione sul Burc il nuovo regolamento che consentirà di acquisire l'agibilità. Infine, per la realizzazione degli spogliatoi sono già al lavoro quattro squadre - ha garantito - e in circa dieci giorni l'impresa consegnerà i lavori».