La notte scorsa, tra le ore 2 e le ore 3, un incendio di vaste dimensioni ha distrutto gran parte degli interni del Domus Hotel, un'enorme struttura ricettiva attualmente dismessa sita a Santa Maria del Cedro. Lo stabile sorge tra la strada statale 18 e il mare, che dista solo pochi metri. Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco di Scalea, che grazie al loro arrivo hanno evitato che il fuoco si estendesse alle vicine abitazioni o che potesse mettere in pericolo gli automobilisti in transito sull'adiacente arteria stradale. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della locale stazione, che hanno avviato le indagini coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Scalea, al comando del capitano Andrea Massari.

Matrice dolosa

Per gli inquirenti non ci sono dubbi, l'incendio è di matrice dolosa, sarebbe stato appiccato volutamente da uno o più ignoti criminali che hanno agito con il favore del buio. Ad alimentare questa teoria è il fatto che i miliari hanno trovato le porte d'ingresso divelte. Qualcuno si è quindi introdotto all'interno dei locali, dove con tutta probabilità ha sparso del liquido infiammabile e ha dato fuoco all'arredamento. Al momento, però, gli investigatori non sanno riferire se si tratti di una intimidazione da parte della criminalità o di un regolamento di conti dovuto a possibili beghe personali. Pertanto nessuna pista può essere esclusa, nemmeno quella del malvivente che ha agito solo per dare sfogo alla propria infima follia.

Il rettilineo della criminalità

Il luogo dove è avvenuto l'episodio si trova lungo il corso Mediterraneo, un rettilineo di qualche centinaio di metri che negli ultimi tempi ha visto accadere più importanti fatti di cronaca di Santa Maria del Cedro. Lungo lo stesso tratto si trova infatti un disco bar che due anni fa fu vittima di un attentato incendiario a scopo ritorsivo da parte del clan 'ndranghetistico dei Muto. Il corso Mediterraneo è adiacente anche alla serie di strutture alberghiere divenute note per lo scandalo dell'abusivismo demaniale, che dopo anni di lotte ha recentemente conosciuto la fama nazionale. A poche centinaia di metri, allo svincolo conosciuto da tutti come "il bivio della Madonnina", c'è la strada che porta dritto ad altri due atroci fatti di cronaca: l'incendio delle scorse settimane che ha letteralmente distrutto la casa estiva del segretario nazionale della Cisal e il ritrovamento del cadavere di una donna incinta, una senegalese di 40 anni, che ha portato alla luce un giro losco di prostituzione e degrado.