L'opera era stata costruita su un'area demaniale. La demolizione è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro
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Tanto tuonò che alla fine piovve, e così alla fine il muro è stato abbattuto. Mai detto fu più azzeccato per la vicenda che ormai da mesi tiene banco nella piccola comunità di Santa Maria del Cedro. La diatriba, consumatasi nelle aule del tribunale, riguarda le aree demaniali occupate abusivamente da alcune strutture ricettive del posto. Solo recentemente la Procura ha restituito ai cittadini quasi 40mila metri quadri di terreni ordinandone lo sgombero.
La demolizione del muro
Con una insolita riservatezza, ieri mattina il sindaco Ugo Vetere ha assistito alla distruzione muro della discordia, quella barriera di cemento armato costruita anni addietro sul suolo pubblico, che da almeno tre impediva la realizzazione del quarto lotto di lungomare, nonostante un finanziamento regionale da quasi 800mila. Soldi, tra l'altro, già stanziati da tempo.
Alla presenza dei tecnici comunali, una gru ha raso al suolo anche anni di silenzi e omertà. «A mio padre che mi ha reso libero, che mi ha inculcato il valore dell'onestà, che mi ha insegnato a non aver paura di nessuno, a non abbassare la testa, mai», è stato il commento pubblico del primo cittadino.
La polemica con la stampa
Nessun annuncio, dicevamo, nessun avviso. La demolizione del muro è avvenuta nella discrezione più assoluta, in assenza dei giornalisti. Probabilmente le motivazioni sono da ricercarsi nella polemica sollevata dal primo cittadino che, lunedì scorso, durante le operazioni di misurazione e picchettamento dell'area interessata, aveva puntato il dito contro la stampa, colpevole di averlo lasciato solo nella sua battaglia. Secondo Vetere, la questione delle aree demaniali tornate ai cittadini sarebbe principalmente una battaglia di civiltà e di legalità, poiché la magistratura ha dato conferma di un'occupazione abusiva che si sarebbe trascinata in alcuni casi per oltre 40 anni. Il che, porta alla luce questioni molto più profonde, che rimandano a possibili coperture da parte delle istituzioni.
Ma sia alla cerimonia ufficiale di acquisizione delle aree, sia nel giorno di inizio dei lavori finalizzati all'abbattimento del muro, i cronisti presenti si contavano sulle dita una sola mano.
L'accusa, con cui si denunciava una sorta di censura nei confronti della vicenda, aveva infastidito principalmente i numerosi cronisti del posto, molti dei quali si sono sentiti offesi dalle parole del primo cittadino. Anche se il sindaco continua a ripetere di sapere quel che dice: «Chi ha la coscienza a posto non deve sentirsi toccato dalle mie parole».