Il presidente facente funzione della Regione Calabria intervenuto a Tagadà su La7 si è detto contrario al nome del medico fondatore di Emergency a rafforzare la squadra commissariale. E sui numeri delle terapie intensive: «Nessun gioco di prestigio»
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«Ma cosa c'entra Gino Strada. La Calabria è una regione dell'Italia, non abbiamo bisogno di medici missionari africani, non ne abbiamo necessità». Così il presidente facente funzione della Regione Calabria Nino Spirlì intervistato a Tagadà su La7.
E ancora: «Abbiamo bisogno che in Calabria, dove ci sono fior di professori, si cerchi qui chi si deve occupare della sanità calabrese. Non abbiamo bisogno di essere schiavizzati nella nostra sanità. Ora basta, è una vergogna a cui il governo deve mettere fine. Non abbiamo bisogno di geni che vengono dalle altre parti del mondo – ha concluso Spirlì - men che meno del professore Strada».
«Mi sono sostituito ai commissari»
«Ho emesso un'ordinanza per mettere a disposizione 224 posti letto sostituendomi ai commissari che hanno fatto la giostra televisiva facendosi vedere, uno un po' rimbambito dicendo che era stato drogato e l'altro dicendo che per prendersi il virus bisogna mettersi la lingua in bocca».
«Nessun gioco di prestigio con i numeri»
«La Regione non ha fatto giochi di prestigio» con la correzione dei dati dei ricoverati in terapia intensiva avvenuta la settimana scorsa prima della dichiarazione della Calabria come "zona rossa", ha detto ancora Spirlì escludendo che ciò sia avvenuto perché sono state differenziate le posizioni tra le persone intubate e quelle sottoposte a ventilazione assistita con l'uso dei caschi. «Quella sera – ha spiegato - è arrivata un'ondata di segnalazioni di ricoveri in intensiva dall'ospedale di Cosenza. Visto che sto in ufficio fino a tardi mi sono chiesto cosa era successo. È stata contattata la commissaria dell'ospedale di Cosenza e ci ha informati che quel giorno in reparto, per una questione di sovraccarico nei ricoveri c'erano stati anche pazienti con mascherina che erano stati appoggiati in terapia intensiva. È stata la stessa commissaria dell'Ospedale che ha mandato una mail correggendo quel numero».