Vincenzo Cesareo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il direttore sanitario dello spoke Cetraro-Paola, ora sospeso dal servizio, nella giornata di oggi si è sottoposto all'interrogatorio di garanzia alla presenza degli avvocati Daniela Tribuzio e Giuseppe Marino, ma innanzi al gip del tribunale di Paola, Romaria Mesiti, ha quindi preferito rimanere in silenzio. Il medico cetrarese è indagato per truffa, falso e peculato nell'ambito di una inchiesta, coordinata dalla procura retta dal magistrato Pierpaolo Bruni, che gli è valsa la sospensione di dodici mesi dall'incarico pubblico.

Le accuse

Secondo gli inquirenti, che lo hanno pedinato e intercettato per mesi, Cesareo avrebbe fatto ripetutamente un uso improprio dell'auto di servizio. Durante le investigazioni, è poi venuto fuori che il dirigente avrebbe dato disposizione di sottoporre amici e parenti a tamponi molecolari e vaccini. Il siero anticovid sarebbe stato somministrato a quattro persone estranee agli ambienti ospedalieri. Il dirigente, però, dalla sua pagina Facebook nei giorni scorsi ha pubblicamente respinto ogni addebito, parlando invece di macchina del fango.

Indagini ancora in corso

Sulle indagini non è ancora calato il sipario. La procura di Paola ha già chiesto e ottenuto la proroga e ci sarebbero diverse posizioni al vaglio. Al momento gli indagati sono sei in tutto. Oltre a Vincenzo Cesareo, infatti, risultano coinvolti anche il figlio, Valerio Cesareo, il nipote, Nicola Lucieri, ed altre tre persone, Giuseppe Maio, Rosa Olivito Spadafora e Franco Tripicchio. Lo scandalo, però, pare destinato ad allargarsi.