La vicenda dell'uomo dei conti è tuttora avvolta in un mistero (per niente buffo). Il colonnello Maurizio Bortoletti è stato nominato sub commissario della Sanità calabrese lo scorso 18 novembre. A quattro mesi dalla sua designazione, tuttavia, l'ufficiale dei carabinieri non si è ancora insediato. E nessuno, finora, ha saputo spiegare ufficialmente i motivi di questo stallo.

Quel che si sa è che Bortoletti – nominato dal Governo Draghi su indicazione del presidente della Regione Roberto Occhiuto – non è stato ancora autorizzato ad assumere l'incarico e non ha, dunque, ricevuto il necessario nulla osta dal comando dei carabinieri.

Comando o aspettativa

Secondo quanto raccontato dallo stesso Occhiuto nel corso della trasmissione televisiva Articolo 21, l'Arma vorrebbe che il colonnello venisse in Calabria «in comando o in aspettativa, insomma, non da carabiniere». Due alternative che Bortoletti avrebbe seccamente rifiutato, lasciando così monca la nuova struttura commissariale.

Al di là del destino personale dell'ufficiale e del braccio di ferro con il corpo di appartenenza, il mancato insediamento di Bortoletti comporta problemi rilevanti alla sanità calabrese, commissariata da più di 12 anni proprio a causa del debito monstre accumulato dalle Aziende regionali.

Il colonnello – in virtù degli ottimi risultati raggiunti nell'Asl di Salerno sotto il profilo economico e finanziario – era stato scelto da Occhiuto per mettere in ordine i bilanci e per ricostruire il debito reale di Asp e ospedali.

Aziende in crisi

L'impasse che dura ormai da 120 giorni preoccupa soprattutto i vertici delle Aziende più compromesse sotto il profilo contabile, come quelle di Reggio Calabria e Cosenza, che avrebbero già denunciato l'impossibilità di avviare le procedure di assestamento dei bilanci proprio per via dell'assenza del sub commissario deputato a guidare le operazioni.

Lo schema precedente

Occhiuto, una volta assunte le redini della sanità regionale, avrebbe voluto replicare quanto già sperimentato 12 anni fa, all'avvio del Piano di rientro. L'allora commissario, il governatore Peppe Scopelliti, era stato subito affiancato da due vice con funzioni diverse: Giuseppe Navarria, prima, e Luigi D'Elia, dopo, si sono infatti occupati degli aspetti legati all'assistenza sanitaria, mentre Luciano Pezzi, ex generale della Guardia di finanza, di quelli economici e relativi alla riduzione del debito.

Stesso schema per Occhiuto, che ha voluto essere affiancato da Ernesto Esposito e, appunto, da Bortoletti, l'uomo dei conti ancora avvolto nel mistero.

A nulla sono serviti gli interventi e le proteste parlamentari di Wanda Ferro (Fdi), Ernesto Magorno (Iv), Francesco Sapia (Alternativa), Giuseppe d'Ippolito e Paolo Parentela (M5S), i quali, con toni e forme diverse, hanno chiesto il superamento di un'impasse che potrebbe avere effetti devastanti su un settore già disastrato. Occhiuto, a parte una blanda dichiarazione a mezzo stampa («chiedo al Governo di adoperarsi per sbloccare questa situazione»), ha invece fatto poco o nulla per uscire da questo vicolo cieco, né ha mai accennato alla possibilità di indicare un altro commissario pronto a trasferirsi subito in Calabria.

Il suo ultimo annuncio social, relativo alla costituzione di un gruppo per accertare il debito della sanità entro il 31 dicembre, a molti osservatori è perfino sembrato una sorta di piano di riserva per ovviare all'assenza di Bortoletti. L'uomo dei conti che non ha ancora detto sì.