La macchina del fango esce finalmente allo scoperto e lo fa affidandosi ancora una volta alla stampa. Il senatore del Movimento 5 Stelle, Nicola Morra, sfida il Governo sul terreno della nomina del neo commissario ad acta della sanità, Giuseppe Zuccatelli. Lo scontro si alza di tono: "Via Zuccatelli" è l'ultimatum mentre i parlamentari pentastellati si preparano a non votare il decreto Calabria che dopo la pubblicazione avvenuta ieri sulla Gazzetta Ufficiale deve ora affrontare le forche caudine della Camera e del Senato per la conversione in legge. 

Zuccatelli nel tritacarne mediatico

Lo scontro politico si avvita tutt'attorno all'accelarazione impressa alla nomina del commissario ad acta, Giuseppe Zuccatelli, fortemente voluta dal ministro della Salute, Roberto Speranza, eletto in quota Leu. Una designazione invisa al Movimento 5 Stelle tanto da provocare una campagna denigratoria a mezzo stampa contro il manager romagnolo, finito suo malgrado nel tritacarne mediatico. Eppure la nomina non ha trovato ostacoli lo scorso sabato nel Consiglio dei Ministri che conta al suo interno dieci componenti in quota M5s.

Il botta e risposta

Dopo l'intervista rilasciata domenica a Mezz'ora in più, durante la quale ha difeso a spada tratta la più che trentennale esperienza professionale di Zuccatelli, il ministro della Salute Roberto Speranza si è ritirato in silenzio affidando la difesa d'ufficio al viceministro, Pier Paolo Sileri, che da giorni continua a blindare la nomina ma senza successo. Un primo tentativo di gettare acqua sul fuoco c'è stato avviando un'interlocuzione con Gino Strada, nome gradito al Movimento 5 Stelle che lo ha proposto in sostituzione dell'attuale commissario. Ma dapprima ieri il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e oggi di nuovo il viceministro, Pier Paolo Sileri, sono tornati a blindare il nome di Giuseppe Zuccatelli provocando questa sera la reazione scomposta dei grillini.

Il ricatto politico

L'aut aut è servito: Via Zuccatelli o il Movimento si prepara a far mancare i voti in aula al momento della conversione in legge del decreto Calabria. Il braccio di ferro si consuma sulla pelle dei calabresi e su una regione messa in ginocchio ormai dall'istituzione della zona rossa e da un sistema sanitario debole e inadeguato. Ed emerge in tutta chiarezza come il problema al fondo non siano le dichiarazioni, certamente fuori luogo del manager romagnolo, ma l'aspirazione del Movimento 5 Stelle ad esprimere il nome del commissario ad acta umilando Leu e passando sopra il corpo di una regione agonizzante.