«Mi piacerebbe sapere qual è la strategia della nuova struttura commissariale, perché non c’è». Lo ha detto l’ex commissario ad acta della sanità calabrese, Massimo Scura, parlando con i giornalisti a Catanzaro, a margine della presentazione del suo libro “Sanità, l’altra ‘ndrangheta” dove racconta la sua esperienza alla guida del settore regionale, iniziata nel marzo 2015 e conclusa a dicembre  2018, con il suo avvicendamento disposto dal governo nazionale.

«La Sanità in Calabria? Migliorata»

«La sanità calabrese, a dispetto di chi vuole costruirci sopra un suo potere politico, è notevolmente migliorata: lo dimostrano i livelli essenziali di assistenza, che erano a 137 quando sono arrivato e adesso sono a 167. Si è cercato di nascondere la verità, ma – ha proseguito l’ex commissario - la verità adesso sta emergendo prepotentemente». Scura si è soffermato anche al tema delle perdite di bilancio delle aziende sanitarie calabresi, osservando che «sono dovute in gran parte a contenziosi con i privati che risalgono al 2010, 2011, 2012: con grande dolore devo constatare che la struttura commissariale che è stata insediata Calabria non ha fatto nulla in proposito». Sotto il profilo dei servizi, secondo l’ex commissario «c’è un problema serio, perché alcuni sono stati attivati ma sono spariti altri sono rimasti nel cassetto. Questo perché gli attuali commissari pensano solo alla questione dei bilanci, e tra l’altro in modo a mio giudizio inefficace, in quanto - ha rilevato Scura - non aggrediscono la parte grossa del problema, quella dei contenziosi, anzi hanno avuto la bella pensata di bloccare le assunzioni di avvocati e dirigenti amministrativi su suggerimenti della politica che li ha nominati. Io non ho mai avuto una minima influenza da parte della politica perché ritengo che il lavoro dei commissario debba essere ‘extra politicam’ e non al servizio di questo o quello. Invece, sui giornali leggo di entusiasti commenti dei 5 Stelle a ogni starnuto che fanno i commissari».

I rapporti con Oliverio

Affrontato anche il tema dei rapporti con il presidente della Regione: «Pochi mesi dopo il mio arrivo in Calabria, Oliverio ha deciso che non voleva più avere rapporti con me, dicendo come un disco rotto che i Lea erano in calo, crescevano le perdite e la mobilità passiva. Ma erano menzogne, perché – ha rimarcato l’ex commissario - i Lea sono cresciuti, la perdita è essenzialmente dovuta a una gestione straordinaria del passato che piano piano emerge, ed è in calo anche la mobilità passiva. Siamo stati occupati dalla politica romana e Oliverio non può goderne di questo, perché il suo unico obiettivo era diventare commissario, ma non è diventato commissario e si ritrova la sua sanità occupata dal Ministero». Scura ha quindi evidenziato: «Il 15 novembre 2018, all’ultimo Tavolo Adduce a cui ho partecipato, siamo stati incaricati di predisporre il nuovo Programma operativo. Tre anni prima ci fecero lo stesso discorso, più o meno alla stessa data, ed entro gennaio avevamo fatto il nuovo Programma, invece adesso niente. Mi piacerebbe sapere – ha concluso l’ex commissario - qual è la strategia della nuova struttura commissariale, perché non c’è. La strategia dovrebbe essere scritta in un Programma operativo, che però non c’è». 

 

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