In terra calabra gli studi medici per le diagnosi ambulatoriali, poi i trasferimenti. Anche nel 2020 molti pazienti hanno scelto di sottoporsi a interventi cardiochirurgici fuori dai confini regionali (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Le rotte della speranza seguono spesso percorsi articolati e tutt’altro che lineari. E la Calabria, luogo delle partenze per antonomasia, non fa eccezione. Nella regione con percentuali monstre di migrazione sanitaria esistono, infatti, elementi di peculiarità che forniscono le chiavi di lettura di un fenomeno descritto anche da Roma come in parte inspiegabile.
Il report di Agenas
Uno spunto di riflessione lo offre, senza dubbio, però l’ultimo report stilato da Agenas che fotografa il numero di ricoveri per interventi cardiochirurgici. Si tratta di interventi ad alta complessità che in Calabria vengono eseguiti in due sole strutture pubbliche: al Gom di Reggio Calabria e al policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro. Entrambe le strutture nell’arco temporale preso in esame – il 2020 – hanno effettuato 207 interventi di bypass aortocoronarico isolato.
Interventi di bypass
Operazioni eseguite su pazienti infartuati e non in condizioni di spostarsi o di affrontare lunghi viaggi. Il 79,9% dei pazienti è rimasto a curarsi in Calabria (133 al policlinico universitario, 74 al Gom) mentre la restante quota ha scelto di varcare i confini regionali: il 20,1%. Ben 39 ricoveri in altre strutture d’Italia e ulteriori 13 migrati in Puglia e più precisamente a Bari. Un buon 5% si è rivolto, infatti, all’Anthea Hospital, clinica privata specializzata tra l’altro anche in cardiochirurgia.
Malattie valvolari
Ma il 5% di migrazione dalla Calabria alla Puglia aumenta se si esaminano i ricoveri per malattie valvolari isolate. In questo caso il percorso di cura per i pazienti è ben più articolato poiché – a differenza di un bypass che necessita di un intervento immediato e filtrato nella maggior parte dei casi attraverso il pronto soccorso – passa da una diagnosi ambulatoriale. Ebbene, l’8% dei calabresi ha scelto nel 2020 di rivolgersi all’Anthea Hospital che ha inanellato 45 interventi, ulteriori 240 sono stati eseguiti in altre strutture d’Italia con una percentuale che oltrepassa il 50%.
Dalla Calabria alla Puglia
La restante quota, il 49,3%, distribuito tra le due strutture pubbliche calabresi: 152 ricoveri al policlinico universitario e 125 al Gom. Anello di congiungimento tra la Calabria e la Puglia è Giuseppe Nasso, cardiochirurgo attivo nel gruppo ospedaliero barese ma di origini calabresi. Il professionista è nato a Polistena in provincia di Reggio Calabria, dove ha sede uno dei due studi medici in cui offre assistenza specialistica e sanitaria cardiaca. Il secondo si trova a Corigliano Rossano in provincia di Cosenza.
Le rotte della speranza
All’interno del sito internet il professionista dichiara di ricevere su appuntamento nei due studi calabresi mentre in home appare una foto del cardiochirurgo – che lo ritrae bisturi in mano – con una didascalia confermativa dell’incarico che ricopre nella clinica privata pugliese: «Responsabile Cardiochirurgia e Chirurgia Vascolare Anthea Hospital Gvm Care and Research - Bari».