«Un'azione decisiva nel programma del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, nella sua veste di commissario per la sanità, è stata portata a compimento dalle cinque aziende sanitarie provinciali calabresi coordinate dal dipartimento Sanità e Welfare e dai suoi settori, attraverso una nuova fase nella costruzione della infrastruttura sanitaria territoriale».

Lo si legge in un comunicato diffuso dal dipartimento Sanità e Welfare della Regione Calabria, in cui si fa il punto sulla realizzazione delle centrali operative territoriali (cot), interventi previsti e finanziati con fondi del Pnrr per migliorare l'assistenza sanitaria sul territorio.

«La Regione Calabria ha, infatti, attivato venti Centrali operative territoriali (Cot), con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l'interfaccia - si chiarisce ancora nella nota - con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza. Le nuove Cot sul territorio si occupano della presa in carico del paziente e sono dotate dei mezzi tecnologici che garantiscono il controllo remoto dei dispositivi di telemedicina che saranno forniti ai pazienti, sostenendo lo scambio di informazioni tra gli operatori sanitari coinvolti nella cura e costituendo un punto di riferimento che seguirà le attività anche in caso di proseguimento delle cure e della terapia/assistenza post ospedaliera».

«Il target che il Ministero della Salute aveva indicato per il raggiungimento di questo obiettivo fissato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza era per la Calabria pari a 19 Cot. La Regione, invece, ne ha già realizzate 20 e a breve si aggiungerà la 21esima con la Centrale operativa territoriale di Vibo Valentia che sarà attivata entro ottobre» precisa il dipartimento Salute e Welfare.

«Monitorata puntualmente da parte dell’Unità operativa autonoma ‘Edilizia sanitaria’, la procedura di completamento delle centrali operative territoriali (Cot), porta dunque ad aver rispettato e superato gli obiettivi fissati per la finalizzazione del sistema di assistenza territoriale regionale».

Secondo quanto riferito, «il quadro di attuazione di questo profondo investimento infrastrutturale sanitario si compone delle strutture ad oggi collaudate e già attive di Botricello, Catanzaro, Lamezia Terme, Girifalco, Chiaravalle, Castrovillari, Corigliano, Rossano, Cosenza, Paola, Rende, Crotone, Mesoraca, Bagnara Calabra, Cardeto, Locri, Reggio Calabria, Taurianova, Nicotera, Pizzo».

«L'attivazione delle cot giunge a compimento di una serie di azioni che hanno impegnato il presidente Occhiuto e il dipartimento della Salute, nella copertura delle zone carenti con i nuovi inserimenti di medici specialisti, nel completamento dei corsi di formazione per gli altri medici di base e pediatri, nell'apertura delle nuove scuole di specializzazione. Nell'immediato futuro sono in programma ulteriori innesti di alte professionalità nei presidi ospedalieri, oltre all'apertura e la messa in funzione dei nuovi reparti».

L’entusiastica precisazione del dipartimento Sanità e Welfare della Regione Calabria contrasta però con quanto afferma un recentissimo decreto commissariale, firmato dal governatore Roberto Occhiuto il 27 settembre, di cui LaC News24 ha dato conto ieri. Nell’atto si sostiene la necessità di rimodulare il piano operativo regionale ai fini del conseguimento dei target posti dal Pnrr, evidenziando le «criticità» che «non hanno consentito il rispetto dei tempi previsti» e «l’entrata in esercizio delle suddette strutture, fissato al 31 marzo 2024».
Da qui la necessità, riferita sempre nel decreto commissariale, di differire «il termine per l’entrata in funzione delle centrali operative territoriali» dal 31 marzo al 30 settembre con la rimodulazione degli interventi.