Intanto sulla vertenza si spacca anche il fronte sindacale. Sacco conferma: «Per l'Usb la sanità è solo quella pubblica e fuori dal profitto»
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Trascorsi quattro mesi inizia a sfaldarsi anche il fronte sindacale più granitico, sinora schierato in prima linea nella vertenza che coinvolge il Sant'Anna Hospital, clinica privata catanzarese sull'orlo della chiusura. Se, infatti, più timidi e in ogni caso più dialoganti, si sono dimostrati gli interventi della Cgil, Cisl e Uil, non lo stesso è valso per il sindacato di base (Usb) che nella vertenza ci è entrato mani e piedi caldeggiando incontri con l'azienda sanitaria provinciale, assumendo prese di posizioni anche dure e organizzando manifestazioni di protesta, finite anche al di là del tracciato sindacale comunemente inteso.
Quando l'Usb difende il privato
Hanno senz'altro lasciato perplessi le dichiarazioni proferite in piazza, durante uno degli ultimi sit in, quando megafono in mano il coordinatore dell'Usb ha sparato a palle incatenate contro la sanità pubblica difendendo la clinica privata e censurando il tentativo dell'Asp di Catanzaro di rafforzare l'offerta sanitaria cardiochirugica nell'area centro della Calabria che sconta ancora una mobilità passiva di certo non marginale. Nel 2019 nella provincia di Catanzaro sono stati 72 i ricoveri fuori regione per la cura di patologie cardiochirugiche pari ad una spesa sostenuta dall'Asp del valore di oltre un milione di euro.
Pubblico non è sinonimo di correttezza
Non esattamente briciole per una provincia, come quella di Catanzaro, che vanta la presenza di ben due cardiochirurgie a pochi chilometri di distanza: quella universitaria all'interno del policlinico e quella del Sant'Anna, clinica privata accreditata. Ma il sindacato non ci sta e in piazza dichiara di non essere disponibile all'operazione: «La commissione ha fatto una ricognizione per tutta la Calabria - ha confermato pubblicamente Antonio Jiritano - per vedere di destinare i posti letto del Sant'Anna al pubblico e noi non siamo disponibili perchè il pubblico non è sinonimo di correttezza. Basta vedere quanti amministratori pubblici sono in galera o sono stati denunciati. I soldi destinati al Sant'Anna per le prestazioni di cardiochirurgia non possono essere destinati al pubblico».
Denaro pubblico ai privati
Argomento certamente delicato, quello di sostenere che il denaro dei contribuenti debba essere destinato al privato e non al pubblico, e che per tale ragione sembra non mettere d'accordo tutte le anime del sindacato. «No, il sindacato non sostiene questo» conferma Vittorio Sacco, dirigente Usb Calabria, a margine della manifestazione andata in scena sabato alla Cittadella: «L'Usb rispetto a quella vertenza ha una sola prorità: il mantenimento dei livelli occupazionali che si possono salvaguardare anche attraverso la rete pubblica. Per l'Usb la sanità è solo pubblica e fuori dal profitto, questa è la posizione ufficiale del sindacato. Noi chiediamo che si finanzi prioritariamente il pubblico mentre per quel che riguarda la vertenza ciò che ci interessa è che non un solo posto di lavoro venga perso».
Ancora mobilità passiva
Ma non è solo l'aspetto squisitamente sindacale a destar preoccupazione, ma un rafforzamento della mobilità passiva. Se nel 2019 nella provincia di Catanzaro sono stati 72 i ricoveri fuori regione (per un valore di oltre un milione di euro) per interventi cardiochirugici, il saldo potrebbe lievitare nel 2020 ma soprattutto nel 2021 proprio a causa di un provvidenziale riposizionamento lavorativo del cardiochirurgo, Daniele Maselli. Il professionista fino a dicembre 2020 attivo al Sant'Anna Hospital, già nel gennaio scorso aveva preso il largo dopo una vigilia di Natale piuttosto turbolenta per la clinica privata e all'orizzonte le prime avvisaglie del muro contro muro con l'Asp di Catanzaro.
Calabresi a Napoli
Il professionista il 28 gennaio 2021 viene nominato nuovo responsabile dell'unità operativa di Cardiochirurgia della clinica Mediterranea di Napoli, anche qui struttura privata ma accreditata al servizio sanitario nazionale. Ed è nella capitale partenopea che il cardiochirurgo continua a svolgere le sue "libere" attività ma anche su pazienti che dalla Calabria muovono verso la Campania. Da gennaio ad oggi decine e decine i calabresi che hanno alimentato quella stessa mobilità passiva che nel solo 2019 è costata alle casse regionali 221 milioni di euro. Anche nel 2021 la Calabria dovrà mettere mano ai cordoni della borsa e liquidare alla Campania i costi degli interventi che Daniele Maselli ha scelto di eseguire lontano da Catanzaro ma su pazienti calabresi.