La decisione del gip è arrivata dopo l'interrogatorio di garanzia. Il medico è indagato su una serie di illeciti che sarebbero stati commessi tra le mura dell’università Magna Grecia e delle aziende ospedaliere Pugliese Ciaccio e Mater Domini
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È stato lo stesso giudice delle indagini preliminari di Catanzaro che lo scorso 3 luglio aveva disposto nei suoi confronti la misura cautelare a ritornare sui suoi passi e a revocarla. Sulla graticola era finito il radiologo crotonese Adolfo Siciliani, fino a qualche tempo addietro direttore dell’unità operativa complessa di Radiologia dell’ospedale San Giovanni di Dio, indagato nell’ambito dell’inchiesta ‘Sartoria’, coordinata dalla procura della repubblica di Catanzaro, su una serie di illeciti che sarebbero stati commessi tra le mura dell’università Magna Grecia e delle aziende ospedaliere Pugliese Ciaccio e Mater Domini.
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Operazione che ha portato all’emissione, da parte del gip Gilda Danila Romano, di quindici misure cautelari a carico di medici, funzionari e imprenditori della sanità privata: tre finiti agli arresti domiciliari e altri dodici sospesi dall’esercizio di funzioni e servizi pubblici.
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Tra i quali anche il medico crotonese che - secondo l’impianto accusatorio - in qualità di componente del tavolo tecnico della stazione appaltante della Regione Calabria - avrebbe rivelato ai rappresentanti di due aziende che ambivano all’appalto per la fornitura di attrezzature sanitarie notizie relative alla procedura che invece dovevano rimanere riservate. In cambio Siciliani avrebbe ottenuto un soggiorno gratuito in un albergo di Vienna.
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Il gip Romano, a conclusione dell’interrogatorio di garanzia di Siciliani, ha accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Giuseppe Napoli, difensore del medico crotonese, ed ha revocato la misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio di uffici e servizi pubblici che lei stessa aveva applicato al professionista. Davanti al gip, Siciliani ha chiarito la sua posizione sulla presunta rivelazione di notizie relative all’appalto e soprattutto negando la circostanza di avere usufruito di un soggiorno gratuito a Vienna, unitamente ai propri familiari, nel febbraio 2019. Il medico crotonese ha escluso di essersi mai recato in vita sua nella capitale austriaca.