Totale assenza di strutture sanitarie ed un solo medico di base per i tre comuni che contano circa 4mila abitanti. I sindaci: «Siamo esasperati, viviamo con la paura di non ricevere alcun soccorso in caso di malore. Pronti ad azioni di protesta»
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Per un qualsiasi motivo di salute devono percorrere diversi chilometri, anche per una semplice visita ambulatoriale. È la condizione in cui vivono ormai da mesi i cittadini dei Comuni della vallata dello Stilaro, preoccupati per la totale assenza di strutture sanitarie su un territorio recentemente privato del poliambulatorio medico, del consultorio familiare, di ambulanze, del centro prelievi e con una guardia medica attiva cinque giorni su sette e con il rischio della probabile chiusura definitiva. I sindaci di Stilo, Bivongi e Pazzano hanno deciso di attivare un tavolo permanente per cercare soluzioni concrete mirate a garantire un minimo di assistenza medica ai circa 4mila abitanti della vallata.
«Viviamo una situazione veramente drammatica – è l’allarme lanciato dal sindaco di Bivongi Grazia Zaffino –. Sul territorio non esiste nessun tipo di presidio e nemmeno un’ambulanza. Solo dei volontari provano ad intervenire in caso di emergenza. Contiamo solo su di loro e non mi sembra un fatto normale. L’unico presidio esistente è quello della guardia medica a Pazzano che funziona a giorni alterni. Siamo esasperati, viviamo con il timore di star male e di non poter aver nessun tipo di soccorso».
Nel corso dell’incontro pubblico è passata la proposta per la costituzione di un comitato che si vada ad occupare del tema della sanità territoriale. Tra le proposte avanzate la mappatura dei defibrillatori presenti sul territorio, un crowdfunding per acquistare un’ambulanza e l’istituzione di un’unità territoriale di Croce Rossa.
«Rispetto all’ultima assemblea dei sindaci che si è riunita proprio a Stilo lo scorso luglio la situazione è peggiorata – ha espresso il vicesindaco di Stilo Maria Vittoria Tirotta –. Abbiamo perso quasi tutti i medici di base, la vallata rimane coperta da uno di questi. Non vogliamo essere abbandonati, abbiamo chiesto che non venga assolutamente chiusa la guardia medica e che si rafforzino laddove è possibile i servizi essenziali. Gli anziani devono avere la possibilità di essere curati sul posto».