Secondo l'accordo verrà data priorità a chi ha più mesi di servizio ma 300 per il momento resterebbero fuori. La Regione ad oggi ha approvato i piani assunzionali solo dell'Asp di Cosenza, di quella di Crotone e del Pugliese Ciaccio di Catanzaro
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A quattro mesi dall’ultimo tavolo di concertazione con le organizzazioni sindacali, si è finalmente trovata la quadra sui criteri che consentiranno l’assorbimento negli organici aziendali del personale sanitario assunto durante l’emergenza Covid ma con contratti precari.
L'incontro
La condizione prevista nell’ultima legge di Bilancio, con cui il Governo ha aperto alla possibilità di stabilizzazione del vasto bacino presente anche in Calabria, è stato oggetto ieri delle trattative tra il dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute, Iole Fantozzi, e le organizzazioni sindacali: Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi, Nursing Up.
I criteri di priorità
Il documento siglato al termine del faccia a faccia assegna priorità – nel caso in cui i soggetti in possesso dei requisiti risultino in numero maggiore rispetto ai fabbisogni espressi delle aziende – al personale in servizio nell’azienda che ha indetto la procedura e, in ogni caso, a coloro i quali abbiano maturato una anzianità di servizio anche oltre i periodi minimi previsti dalla norma. Insomma, la Regione e quindi le aziende nella scelta del personale da stabilizzare si orienteranno privilegiando chi possiede un maggior numero di mesi di servizio.
I piani assunzionali
Per il momento, la Regione ha approvato i piani assunzionali di sole tre aziende – Asp di Cosenza, Asp di Crotone e l’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro - ma si punta a chiudere la partita entro la prossima settimana. Entro un mese poi la pubblicazione degli avvisi per il personale dotato dei requisiti e, infine, la stabilizzazione ma solo per un numero ben preciso di sanitari.
La manovra d'autunno
Secondo i dati forniti dalla Regione, la cosiddetta “manovra d’autunno” prevede la stabilizzazione di 875 unità (740 comparto e 135 figure dirigenziali) mentre il maggior numero di reclutamenti proverrà da nuove assunzioni: 2.728 (1.819 comparto e 909 figure dirigenziali). È presumibile, dunque, che il bacino di precariato non verrà assorbito immediatamente anche in considerazione della consistenza.
Il bacino dei precari
Secondo una stima fornita dal sindacato Fp Cgil, in Calabria sono 1.258 le unità di personale assunte negli ospedali con un contratto di lavoro a tempo determinato. Conti alla mano, oltre 300 unità circa potrebbero rimanere fuori dalle procedure di stabilizzazione. Tuttavia sul punto la segretaria della Cgil Fp, Alessandra Baldari, si mostra fiduciosa: «Se qualcosa dovesse restare fuori rispetto i piani di fabbisogno 2022 – chiarisce – avremo dei potenziamenti assunzionali negli anni a venire che certamente assorbiranno tutto. Ma io sono ottimista e credo che già con i piani di fabbisogno 2022 chi ha maturato i requisiti ai sensi della legge Madia e della legge di Bilancio possa rientrare nelle procedure di stabilizzazione».
La galassia co.co.co
Ben più delicata si prospetta, invece, la partita per la variegata galassia del personale assunto con contratti atipici (co.co.co, partite iva e interinali) che non beneficiano delle tutele garantire dalla legge di Bilancio. Anche in questo caso il computo è assai incerto ma da una stima fornita dalla Cgil Fp il bacino potrebbe lievitare fino a ricomprendere 1.450 unità. Per molti di questi i contratti sono già scaduti o sono in scadenza e la perdita del posto di lavoro è più di un rischio concreto.
Trasformazione dei contratti?
«Il nostro obiettivo è il mantenimento in servizio – ha aggiunto ancora Baldari – poi avremo strumenti finanziari e normativi con l’approvazione anche del programma operativo che potenzierà le possibilità di reclutamento per la nostra regione. Noi chiediamo che il primo passaggio sia quello della trasformazione di questi contratti in tempi determinati perché questa è la condizione per includerli in qualsiasi procedura ma permetterebbe loro anche di permanere in servizio. Lo ha detto il presidente della Regione e lo pensiamo anche noi che, in prospettiva, i piani di fabbisogno 2023 e 2024 dovranno essere inclusivi anche di queste figure».
Nuove trattative
Proprio questo spinoso argomento verrà affrontato in un nuovo tavolo di concertazione convocato già il 31 ottobre alla presenza anche dei commissari straordinari delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. La Regione sembra in ogni caso intenzionata a farsi carico del problema essendosi impegnata «ad adottare una specifica circolare affinché le aziende mantengano in servizio il personale precario che non risulti ricompreso nelle procedure di stabilizzazione».