Il travaglio è andato avanti per ore, la riunione di giunta più sofferta si è però conclusa con il dissinesco delle posizioni oltranziste. Convocata alle 15 di ieri pomeriggio con un ordine del giorno decisamente generico, la discussione dell'esecutivo regionale è però poi scivolata sull'argomento caldo del giorno: il decreto Calabria e le nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.

 

La tentazione del blitz

La tentazione del colpo di mano serpeggiava già dal mattino al decimo piano della Cittadella, all'indomani delle indiscrezioni circolate sulla bozza del decreto Calabria che oggi dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri. In particolare, l'altolà del Governo alle nomine per il rinnovo dei vertici delle aziende, la prima stesura del provvedimento sospendeva le procedure selettive avviate a luglio dalla Regione per individuare i manager da porre alla guida di ospedali e asp.

 

Il piano della Giunta

Di tutt'altro tenore il piano, invece, giunto sul tavolo della giunta discusso e sviscerato fino alla tarda serata di ieri. Intorno alle 21.30 i componenti dell'esecutivo erano ancora avvitati sull'opportunità di procedere alle nomine, inaugurando così un vero e proprio scontro istituzionale con il Governo. Il disegno era quello di licenziare una proroga di tutti i commissari che attualmente si trovano alla guida delle aziende sanitarie e ospedaliere regionali, fatta eccezione però per il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, retto da Jole Fantozzi, e per le due aziende ospedaliere catanzaresi - l'ospedale Pugliese Ciaccio e il policlinico universitario - rette da Giuseppe Zuccatelli. Per la sostituzione di quest'ultimo era stato proposto il nome di Antonio Belcastro, ex dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute e attuale delegato del soggetto attuatore per l'emergenza Covid

 

Esecutivo spaccato

Strategia che ha scontato però una spaccatura interna all'esecutivo regionale. Non tutti favorevoli, infatti, a promuovere un muro contro muro contro il Governo, e non è forse un caso che l'ultima stesura del decreto Calabria contemplasse proprio uno scudo per arginare ogni tentativo di blitz. Al comma 3 dell'articolo 8, il testo normativo stabilisce l'automatica cessazione dalle funzioni dei direttori generali che siano stati nominati dalla Regione nei trenta giorni anteriori alla data di entrata in vigore del decreto