Nella piccola comunità tirrenica in primavera scoppiò un vasto focolaio di Covid che causò il decesso di quattro persone. Oggi i residenti provano a mettersi alle spalle i giorni bui
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Luci colorate, strade addobbate a festa, pacchetti regalo disseminati un po' ovunque e la sagoma di Babbo Natale che si intravede in fondo a un vicolo del centro storico, dove è stato realizzato il Christmas Village. Chi viene per la prima volta a San Lucido non potrebbe mai immaginare che queste strade, in cui oggi si respira aria di gioia e serenità, sono le stesse in cui nove mesi fa scorreva dolore e disperazione.
San Lucido, infatti, è stata tra le prime comunità calabresi a sperimentare a inizio pandemia le restrizioni della "zona rossa" e l'angoscia per un focolaio di contagi che si espandeva di ora in ora e che in piena emergenza sanitaria ha fatto registrare quattro decessi per Covid a pochi giorni uno dall'altro. Uno strazio. Ma grazie all'unione e tanta forza di volontà, i sanlucidani hanno ripreso in mano le loro vite e piano piano, seppur a fatica, hanno ricostruito mattoncino su mattoncino il loro lento ritorno alla normalità. Ora, in occasione delle festività natalizie hanno cercato di mettere definitivamente alle spalle i giorni i bui, anche se il ricordo di quei giorni di paura e terrore sono ancora vivi nella mente di ognuno.
La nuova amministrazione: «Serviva un segnale forte»
Non è la prima volta che San Lucido deve rialzarsi dopo una batosta. Solo in tempi recenti, ha dapprima dovuto affrontare la tragica morte di tre studentesse, Ida, Filomena e Sara, poi l'improvvisa scomparsa del giovane sindaco Leverino Bruno, consumato dalla leucemia un anno dopo la sua elezione. Dopo le dimissioni del vicesindaco, registrate a febbraio scorso, i sanlucidani sono rimasti orfani dell'amministrazione comunale, inizialmente convinti che di lì a poco sarebbero tornati a votare. Pochi giorni dopo, però, il mondo è stato stravolto dall'inizio della pandemia mondiale, le elezioni sono state rimandate a settembre e i mesi di commissariamento hanno pesato come un macigno.
La tornata elettorale di tre mesi fa ha poi sancito la vittora di Cosimo De Tommaso e il sindaco, insieme alla sua squadra, si è subito adoperato per dare il suo contributo e riportare la cittadina agli antichi albori. «Dovevamo dare un segnale importante alla nostra cittadinanza - dice il consigliere Eugenio Frangella - e anche quest'anno abbiamo allestito il Christams Village. Abbiamo voluto fortemente che il paese tornasse a vivere dei momenti di gioia e fin dall'inizio abbiamo lavorato a questo progetto. Abbiamo allestito anche corso Umberto, all'interno del quale c'è la mostra dei presepi e il villaggio degli elfi. Ringazio tutti i commercianti, le attività e le associziaoni che hanno fatto sì che ciò si realizzasse».
Il Christamas Village
Non sarebbe un vero e proprio Natale se mancasse Santa Klaus. E così, per consentire ai più piccoli di rivivere in una fiaba, l'omone barbuto in tuta rossa quest'anno si farà trovare, in carne, ossa e mascherina, all'ingresso del Village Christams, un'opera d'arte di 33 mq, piena di suoni e luci colorate, che riproduce in modo dettagliato un'enorme vallata di neve in cui statuette grandi e piccine giocano, sciano, saltano e ballano grazie a dei marchingegni elettrici. Sotto le spoglie di Babbo Natale, in realtà, c'è Domenico Cannizzaro, creatore del villaggio e vincitore di un primo premio internazionale. «Il Christmas Village è nato nel 2011 a San Lucido, poi è rimasto un paio di anni a Paola e poi è tornato definitivamente qui - spiega -. Il Comune concede i locali e io lo realizzo insieme ad altre due persone, per ultimarlo ci occorrono venticinque giorni». Nonostante le restrizioni, anche quest'anno sono sempre tanti i visitatori che arrivano da ogni angolo della Calabria.
«Vengono soprattutto perché c'è Babbo Natale, i bambini vogliono toccarmi la barba e i capelli». Peccato che anche i più piccoli debbano fare i conti con la pandemia. «Quest'anno devo salutarli con il gesto del pugno chiuso - dice ancora Cannizzaro -, ma per fortuna continuano a lasciarmi tante lettere». A differenza degli altri anni, le richieste sembrano essere tutte uguali: «Mi chiedono di mandare via il virus». E Babbo Natale sa di poterli accontentare, perché prima o poi il mostro invisibile sparirà e le persone potranno a vivere felici come una volta, senza che neppure lo sapessero.