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"E' stato finalmente rimpatriato e seppellito nel suo Paese, come volevano i suoi familiari e come aveva anche subito e più volte chiesto Diritti Civili, il giovane immigrato del Mali Sekine Traore, rimasto ucciso nella tendopoli di San Ferdinando l'8 giugno di quest'anno".
Chi era Sekine Traore, l'immigrato ucciso a Rosarno
Il comune di San Ferdinando, attualmente commissariato, si è fatto carico delle spese per il trasporto. "Il rimpatrio della salma è un atto non solo di solidarietà, ma di civiltà. Diritti Civili non ha mai dimenticato in tutti questi mesi quel povero e sfortunato immigrato". E' quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, da pochi giorni coordinatore della struttura "Diritti Umani" della Regione Calabria.
"La salma del giovane che era rimasta per molto tempo all'ospedale di Germaneto - prosegue Corbelli - partita nei giorni scorsi dall'aeroporto di Lamezia, dopo aver fatto scalo a Parigi, è arrivata a Bamako, capitale del Mali. Non è stato facile rintracciare i familiari e il paesino di questo giovane. Alla fine si è riusciti a far giungere la salma del ragazzo nel suo paese dove sono stati celebrati i funerali ed è stato sepolto. Ringrazio la commissione prefettizia, che è attualmente alla guida del comune di San Ferdinando, di avere accolto i diversi appelli, anche di altre Associazioni locali, del parroco e dei familiari del giovane immigrato, e di avere scongiurato un'altra ingiustizia, visto che inizialmente si era pensato, per motivi anche di natura economica, di seppellire il ragazzo del Mali nel cimitero di San Ferdinando. Coloro che invece perdono la vita nei tragici naufragi e restano, per sempre, senza volto e senza nome, per conservarne un ricordo e un riferimento, vanno tutti sepolti nel Cimitero internazionale dei Migranti, che stiamo per costruire a Tarsia".