A una settimana dallo smottamento che ha inghiottito migliaia di metri cubi di terra e asfalto in località Lirda, la frana di San Calogero continua a fare paura. «Sembra quasi essersi stabilizzata, anche se si registra ancora una lenta evoluzione», spiega il sindaco Giuseppe Maruca, che non nasconde la preoccupazione. Altre famiglie rischiano di essere evacuate dalle proprie case e intanto il Comune ha chiesto la dichiarazione dello stato di calamità naturale.

Chiesto lo stato di calamità naturale

Un atto necessario vista la gravità della situazione, dice il primo cittadino: «In questo modo coinvolgiamo anche il Governo e in particolare il Ministero delle Infrastrutture. Gli interventi da fare non sono di certo alla portata del Comune, in termini di possibilità economiche, né tantomeno della Provincia: ne abbiamo parlato ieri in un incontro con il presidente Solano». La giunta comunale si è trovata così a richiedere «agli organi competenti – si legge nella delibera – il riconoscimento dei danni e le risorse per la salvaguardia e sicurezza del patrimonio naturale, il ripristino delle condizioni di fruibilità delle infrastrutture e di praticabilità di abitazioni e strutture». Tradotto, servono finanziamenti straordinari per fronteggiare gli ingenti danni provocati dalla frana.

Quindici famiglie a rischio evacuazione

Intanto sono quindici i nuclei familiari che rischiano di dover lasciare le loro abitazioni, poste a monte della frana. Nel pomeriggio una ditta si occuperà di effettuare dei sondaggi sul terreno, in grado di rilevare eventuali micromovimenti delle strutture. «In base a quello che emergerà dai rilievi, decideremo se evacuare o meno quelle quindici case», riferisce Maruca. Al momento, dopo smottamento della scorsa settimana, sono stati sgomberati un esercizio commerciale e l’abitazione di un ultranovantenne, oggi ospitato dalla figlia.

L’incontro con la Protezione civile regionale

Nella giornata di ieri, il sindaco di San Calogero ha incontrato anche i vertici della Protezione civile regionale. «Il direttore generale Fortunato Varone ci ha assicurato che a giorni manderà degli esperti che valuteranno il tipo di interventi da fare a valle per stabilizzare il fronte franoso. Noi li abbiamo sollecitati – sottolinea fiducioso il sindaco – e loro sanno che è importante intervenire al più presto per evitare ulteriori movimenti del terreno e quindi altre evacuazioni».

Intanto a valle si sta procedendo a far defluire le acque bianche della condotta tranciata dalla frana e a liberare l’alveo del fosso Scalone, in modo da permettere nei prossimi giorni ai mezzi meccanici di arrivare e operare.

Un paese isolato

Al di là delle famiglie direttamente interessate dallo sprofondamento del terreno, vi è un intero paese in allarme. «La preoccupazione è tanta e tanti sono i disagi, soprattutto per quanto riguarda la viabilità», spiega il sindaco. San Calogero ora rischia concretamente l’isolamento: la frana ha coinvolto parte della provinciale 33, strada principale di accesso al paese, collegata alla statale 18. E il comune ora è raggiungibile solo via Rombiolo o via Calimera, attraverso arterie costellate di buche e non facilmente percorribili dai mezzi pesanti: «Un danno anche per le attività commerciali del posto, con i fornitori che faticano ad arrivare».