«Nell’espletamento del proprio dovere, in spregio del pericolo, con esemplare altruismo e profondo senso del dovere, si rese protagonista di un tempestivo quanto coraggioso intervento, riuscendo a far desistere un cittadino dall’intento suicida». Correva il 6 dicembre. Una fredda sera a Paravati: un giovane sul tetto, determinato a gettarsi nel vuoto e a togliersi la vita. E l’avrebbe fatto, se un uomo in divisa non avesse ascoltato la sua disperazione, per poi persuaderlo, con la forza della parole, che la vita è dura, ma è un bene prezioso.

 

C’è anche quel ragazzo, commosso, ma oggi sereno, tra coloro che gremiscono la sala del consiglio comunale di Mileto. Anche i suoi applausi si confondono tra quelli dedicati all’uomo a cui deve la sua vita. È il tenente colonnello Luca Romano, numero due dell’Arma dei carabinieri in provincia di Vibo Valentia e comandante del Reparto operativo provinciale, che per quel gesto riceve l’encomio solenne dalla Città di Mileto. Una cerimonia intensa quella che si celebra su impulso del capo della commissione straordinaria che governa il Municipio, Sergio Raimondo, affiancato al prefetto Giuseppe Gualtieri, dagli altri componenti della commissione straordinaria. Una cerimonia che serve – spiega il commissario prefettizio - «a rilanciare un modello positivo alla comunità, alla provincia, un esempio di coraggio e valore delle istituzioni».

Il segretario generale Marina Petrolo legge la delibera e le motivazioni dell’encomio. Il prefetto Gualtieri esprime parole di elogio: egli, ex superpoliziotto, ricorda che ovunque ci sia una divisa dell’Arma c’è lo Stato. Sergio Raimondo indossa la fascia tricolore e consegna la targa. Poi è il tenente colonnello Luca Romano: si dichiara espressione di un corpo, quello della Benemerita, che agisce così, sempre ovunque. Spiega che quella sera altro non ha fatto che il suo dovere, ma esprime anche commozione, per la presenza dei ragazzi delle scuole, per la partecipazione della comunità a questa cerimonia, ma anche e soprattutto perché «da quella sera ho un amico in più, Fortunato, la cui presenza in questa sala mi onora…».