«È inaccettabile e indegno per una città come Catanzaro, assistere che alla fine di un funerale si inneggi al fascismo in violazione dei principi democratici del nostro Paese, della Costituzione e delle leggi che ne vietano l’apologia perseguendo “chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo”».
A dichiararlo è Pino Greco, Coordinatore Regionale Art.1Mdp, in merito alla vicenda del saluto fascista al funerale di Ferdinando "Nando" Giardini, considerato il padre della destra calabrese e tra i fondatori del Movimento sociale.


«Catanzaro e l’intera Calabria – prosegue Greco - non meritano lo squallido spettacolo offerto da un gruppo di nostalgici condannati dalla storia e messi fuorilegge dalla nostra Costituzione. Così come ci preoccupa il silenzio assordante da parte dei rappresentanti della Istituzioni della città Capoluogo, a partire dal Sindaco Abramo e dai Consiglieri Comunali democraticamente eletti grazie a quelle donne e a quegli uomini che hanno immolato la propria vita per la libertà e la democrazia durante la Resistenza e la liberazione dal nazifascismo».


Secondo il responsabile reginale, «di fronte a quanto accaduto non si può restare indifferenti e non basta l’indignazione, chiediamo pertanto un pronto intervento delle autorità competenti affinché identifichino i responsabili, così come accaduto a Sassari per un analogo lugubre episodio».


«Il fascismo – ricorda Greco - è stato un periodo tristissimo e buio della nostra storia, durante il quale la libertà fu bandita e che portò lutti e distruzione. Quel regime è stato sconfitto dalla lotta della Resistenza che ha consegnato l’Italia ai valori democratici di cui andiamo fieri e che occorre sempre difendere. Pertanto, condividiamo la proposta dell’ANPI a tenere iniziative, soprattutto nelle scuole per sensibilizzare e informare i nostri giovani su ciò che è stato il fascismo, cosa ha significato la negazione delle libertà, le leggi razziali, le deportazioni».


Il coordinatore ha concluso evidenziando che «il clima che stiamo vivendo, di grave intolleranza, facilita questi rigurgiti per cui oggi più che mai un atto del genere non può e non deve passare sotto silenzio, è un reato contro la nostra Costituzione e non può essere ignorato».