Il segretario generale del sindacato di settore Nino Costantino risponde a quanto dichiarato ai nosti microfoni da Mascaro sollecitando un dibattito pubblico su cui dovrebbero esercitarsi anche le forze politiche non solo lametine
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Il futuro della Sacal, la società a capitale misto pubblico-privato che gestisce gli scali aeroportuali calabrese, è al centro di un fitto dibattito regionale. Il nodo è l’acquisizione della maggioranza delle quote da parte della Regione e, dunque, il totale controllo pubblico. Un obiettivo di Occhiuto, che però ora deve fare i conti con lo stallo delle trattative. Nella vicenda si inseriscono le posizioni dei soggetti a vario titolo coinvolti, a cominciare dai sindacati. In particolare, la Cgil preme per il commissariamento della società, con il governatore Occhiuto che dal canto suo lancia un ultimatum e prospetta la costituzione di una nuova società che sostituisca la Sorical.
Ieri il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro (il Comune è tra i soci pubblici), è intervenuto ai nostri microfoni, sottolineando che «sulla Sacal bisogna andare coi piedi di piombo, un commissariamento sarebbe devastante».
La replica della Fit Cgil
Il segretario generale della Fit Cgil, Nino Costantino, replica al primo cittadino, sollecitando un dibattito pubblico su cui dovrebbero esercitarsi anche le forze politiche non solo lametine.
«Ci sono stati nel corso degli anni evidenti responsabilità politiche – afferma Costantino - che hanno di fatto limitato il potenziale dello scalo anche con la perdita di finanziamenti su cui forse sarebbe importante una riflessione critica. Ed invece, oggi, il sindaco di Lamezia, di fronte al tentativo del privato di accaparrarsi la maggioranza delle quote, tenta incredibilmente di difendere lo status quo come se la storia della Sacal non avesse insegnato nulla. Non solo, ma il sindaco riesce persino ad affermare che “azzerare la Sacal per creare altro significa veramente non tenere in considerazione le risorse di parte pubblica”: il che equivale a dire che quelle risorse pubbliche di cui parla dovrebbero essere messe a disposizione del tentativo del privato di scalare la Sacal! No, così non va bene: per questo credo che un dibattito pubblico e trasparente innanzitutto tra le forze politiche (se ancora esistono) sia necessario ed utile».
«Noi, per esempio, vorremmo sapere dalla parte pubblica che possiede quote in Sacal se ci sono stati investimenti, se alla luce di un piano industriale tenuto nascosto quali saranno i livelli occupazionali futuri, di quale sia la strategia societaria, se si concorda su un unico gestore aeroportuale calabrese, su cosa si pensa dei precari e degli stagionali non richiamati, e via di questo passo. Cioè, vorremmo sapere se il sistema aeroportuale calabrese avrà un futuro, se il lavoro è garantito e se i cittadini calabresi avranno la possibilità di volare con gli stessi standard dei cittadini siciliani o pugliesi per fare paragoni solo con altri scali del Sud. Vorremmo poi sapere se considera giusto il processo di esternalizzazione che ha in testa il management della Sacal e cosa pensa dell’interposizione di manodopera già evidenziata su nostra denuncia dall’Ispettorato del lavoro».
«Se l’aeroporto di Catania, con una serie di investimenti importanti anche in questi ultimi due anni e precisamente 26 milioni di euro fra il 2019 e il 2021 e altri 36 milioni già approvati da Enac per il 2022, ha consolidato la sua posizione di quarto scalo italiano, la Sacal quali investimenti concreti ha fatto nello stesso periodo per rafforzare gli scali calabresi per renderli competitivi alla fine della pandemia? E vorremmo sapere soprattutto la sua opinione sul maldestro tentativo di scalata dei privati – continua il segretari generale - quando alla Regione il facente funzione era il leghista Spirlì, perché a noi sembra che l’Amministrazione comunale di Lamezia non sia assolutamente interessata ad una nuova società a prevalente capitale pubblico e privati del settore con il know how necessario, ma, al contrario, è più propensa a sostenere coloro che intendevano avere la proprietà assoluta dello scalo».
«Semmai siamo preoccupati del ritardo con cui si sta procedendo alla revoca della concessione o alla cessione delle quote dei privati alla Regione. Del resto, l’Enac ed il Ministero avevano dato tempi certi entro cui doveva verificarsi la cessione delle quote pena la revoca della concessione a Sacal. Infine, chiediamo anche all’Amministrazione di Lamezia (nella qualità di socio) – conclude Costantino - se è nelle nostre prerogative sindacali e di cittadini calabresi essere portati a conoscenza degli emolumenti del dirigente apicale e del presidente del CdA di Sacal, visto che anche la “Società trasparente”, prevista dal decreto legislativo 97 del 25.05.2016, non è stata aggiornata».