Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) di Caloveto tenuta nel più totale abbondono, nell’incuria, erbacce ovunque, e struttura non manutenzionata. Questa vicenda è circondata da ombre e zone grigie di cui si occuperà nei prossimi giorni le Procure della Repubblica dei tribunali di Cosenza o Castrovillari.

 

Qui c’è un gioco di competenza poiché la struttura ricade sul territorio di Caloveto ma è di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, laddove, sussistono i sospetti di dinamiche poco chiare. Il sindaco di Caloveto Umberto Mazza ha esaurito i livelli di tolleranza e preannunzia una duplice azione: un esposto denuncia da presentare all’autorità giudiziaria e una forte azione di mobilitazione politico/istituzionale che coinvolga tutti i sindaci ricadenti della zona della Sila Greca.

«Asp dice no a 1,4 milioni»

Mal si comprende l’atteggiamento storicizzato dei vertici aziendali che, tra l’altro, nel rilanciare la struttura, non potrebbero che ricavare benefici non solo sul piano del prestigio dell’assistenza ma anche sul versante economico.

 

Secondo il primo cittadino di Caloveto l’Asp dice no a 1,4 milioni di introiti che potrebbero essere i proventi di un eventuale contratto di locazione della struttura alle società che si dovessero aggiudicare il bando. Ma questo bando, evidentemente, “non s’ha da fare’” considerato che in oltre dieci anni sono state indette due gare, la prima dichiarata nulla e la seconda con presunti vizi formali.   

L’incontro con il commissario Bettelini

Il sindaco Mazza spinge per la riapertura del sito, nei giorni scorsi ha incontrato il commissario straordinario dell’Asp di Cosenza Cinzia Bettelini, ma senza grandi risultati. L’appello è dunque rivolto al commissario Saverio Cotticelli e al presidente della giunta Jole Santelli affinché si possa sbloccare una vicenda che potrebbe custodire interessi di altra portata e natura.

 

Sul punto è intervenuto nelle ultime ore il consigliere regionale Carlo Guccione con una apposita interrogazione parlamentare regionale.

Dopo sei anni ancora al punto di partenza

Tutto nasce dal 2013 quando scade il contratto della società che gestisce la Rsa, non più rinnovato per ragioni interne tra imprese. Ben 60 posti letti (40+20 medicalizzati), altrettanti i posti di lavoro tra personale medico, paramedico e amministrativo.

 

Lavoratori provenienti non solo da Caloveto ma da tutto il territorio. Un appalto, dunque, corposo, consistente, pari a circa 3 milioni di euro per la gestione. Nel 2014 scoppia una vertenza tra i dipendenti e la società di gestione per spettanze non retribuite. La controversia finisce sui tavoli della Prefettura allo scopo di tentare una mediazione e chiudere il conflitto.

 

Qui subentra un interesse attivo a gestire la struttura da parte della famiglia iGreco di Cariati che guarda con attenzione all’idea di garantire la prosecuzione delle attività. A distanza di qualche mese, considerato il clima di tensione derivante dalla vertenza dei lavoratori, la stessa famiglia iGreco decide di abbandonare il progetto. A questo punto per i vertici dell’Asp l’unica soluzione è quella di spalmare i pazienti, all’epoca ricoverati in struttura, presso altri presidi ospedalieri su scala provinciale e, contestualmente, annullare la gara indetta nel 2014 di affidamento della gestione a causa di vizi formali.

 

Due anni di vuoto, per poi riprendere la pratica nel 2016 quando si indice una nuova gara sempre per 60 posti letto ma, caso strano, gli stessi non sono inseriti nella rete territoriale sanitaria. Tale esclusione, tuttavia, costituisce elemento di annullamento della gara voluto dal commissario Scura che firma il decreto nel gennaio del 2017.

 

Qualche mese più tardi, i vertici aziendali inseriscono nella riorganizzazione territoriale i famosi 60 posti della Rsa di Caloveto e nel luglio del 2018 si dà vita a una nuova gara per l’affidamento in gestione della struttura.

Molte le imprese interessate alla Rsa

Molte imprese, anche importanti del Nord, appaiono estremamente interessate e si dà avvio a un serie di sopralluoghi. In tanti si dicono speranzosi, cresce l’ottimismo nel centro presilano poiché s’immagina una ormai prossima riapertura della Rsa.

 

Si va avanti nelle procedure, vengono aperti i plichi dei partecipanti alla gara e restano quattro imprese. Siamo nel 2019, c’è da decidere sulla sola offerta economica. Si arriva al 15 marzo, ancor prima sono state effettuate riunioni di commissioni andate deserte per l’indisponibilità di un componente e, nel giorno in cui si doveva assegnare la gara, appare sulla porta della commissione una scritta nella quale di preannunzia un nuovo rinvio a data da destinarsi.

 

In tutto questo ambaradan si dimettono il presidente della stessa commissione e uno dei membri. A distanza di qualche mese i due vengono sostituiti. Sciolto questo ulteriore nodo, si pensa che il tutto sia in dirittura d’arrivo. E invece spunta una ulteriore e amara sorpresa: la gara è da annullare per nuovi vizi formali. A questo punto il sindaco Mazza si reca a Cosenza e chiede spiegazioni.

 

E pare che vi sia sullo sfondo un errore di pratica. L’amministratore chiede chiarezza e la soluzione definitiva della vicenda, nel caso la partita non dovesse chiudersi nel giro di poco tempo, sarà la Procura della Repubblica.