La sostanza era stata suddivisa in 13 sacchetti di plastica: i giovani a bordo della vettura, fermati dalla polizia stradale, sono stati posti ai domiciliari
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Più di 12 chili di cannabis suddivisi in 13 sacchetti di cellophane trovati nel bagagliaio di un’auto con a bordo tre ragazzi. Il rinvenimento è avvenuto nel corso dei controlli predisposti dalla polizia stradale in autostrada.
Nella notte del 6 luglio una pattuglia della sottosezione di Palmi, su disposizione del Centro operativo di polizia stradale di Lamezia Terme, ha effettuato un posto di blocco finalizzato alla ricerca di un’autovettura di colore grigio, della quale non era stato indicato il modello, con tre soggetti armati a bordo che si erano immessi sull’A2 allo svincolo di Santa Trada, nel Reggino, in direzione nord.
Gli agenti hanno quindi notato un’auto, una Fiat Panda, che procedeva contromano nel piazzale antistante l’area di servizio di Rosarno. È subito scattato il controllo del mezzo a bordo del quale viaggiavano tre ventenni. Il guidatore è stato multato perché non aveva la patente con sé.
Dopo l’interrogazione della banca dati gli agenti hanno ritenuto necessario estendere gli accertamenti perquisendo il veicolo, con l’aiuto di un’altra unità operativa di polizia stradale giunta sul posto.
I tre ragazzi hanno tentato di evitare l’ispezione riferendo di un’anomalia meccanica della chiave di apertura, affermazione risultata poi falsa. Da un primo controllo è stata così rilevata la presenza di 13 sacchetti di cellophane di circa un chilo l’uno contenenti una sostanza vegetale successivamente esaminata e identificata come cannabis, per un peso totale di 12,704 chili.
I giovani fermati sono stati accompagnati negli uffici della sottosezione di polizia stradale per gli adempimenti di rito. Gli agenti della polizia scientifica del commissariato di Gioia Tauro hanno accertato la natura stupefacente della ritenendola destinata allo spaccio.
La droga è stata sequestrata mentre i tre ragazzi sono stati tratti in arresto: il magistrato di turno, sostituto procuratore della Repubblica di Palmi Veronica Origlio, ne ha disposto la detenzione domiciliare.
Tutta l’attività è stata costantemente diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi sotto la direzione del procuratore capo Emanuele Crescenti.