VIDEO | Escalation su cui indagano i carabinieri mentre il sacerdote riceve la solidarietà del Comune e del vescovo Milito
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«Il turbamento iniziale è stato superato grazie all’affetto che ho visto intorno a me». Così don Pasquale Ciano, parroco nel quartiere Bosco di Rosarno, commenta la notizia del giorno che suo malgrado lo riguarda. Il terzo “avvertimento” in pochi giorni, da quando nell’agosto scorso è arrivato per guidare la parrocchia di Sant’Antonio, che questa volta non ha voluto sottovalutare.
La sua vettura porta ancora ancora i segni sulla fiancata destra, rigata da un punteruolo la sera di Santo Stefano mentre era parcheggiata di fronte alla chiesa, ed era in corso nel cortile una festa successiva alla messa e al concerto del coro parrocchiale.
I carabinieri indagano perché questa volta a differenza delle altre il sacerdote non ha fatto riparare l’auto. «Io sono qui per continuare – spiega ancora il sacerdote – senza escludere nessuno». Di più non vuole dire don Pasquale, ma per lui parlano i gesti che ancora in queste ore si vedono in chiesa. I bambini accompagnati dalle mamme preparano un altro concerto, lui aggiusta microfoni e strumenti per consentire che la vita della parrocchia continui nel modo più tranquillo possibile in questa campagna urbanizzata tra Rosarno e Gioia Tauro.
Numerosi gli attestati di solidarietà arrivati, in primis il vescovo Francesco Milito, ma poi anche la terna commissariale che guida il municipio. «Sono qui per volontà di Dio – conclude don Paquale – e ho intenzione di rimanere fino a quando questa sarà la sua volontà».