Nel giorno della commemorazione dei defunti a Catanzaro, la madre della piccola morta dopo una lunga malattia racconta la sua testimonianza di fede
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Ha manifestato la sua devozione alla Madonna di Lourdes già in tenera età Rosanna. Ha appena quattro anni infatti quando chiede ai suoi genitori di accompagnarla a Lourdes. Sentiva un forte bisogno di incontrare quella Madonnina della quale ha sempre avvertito la protezione. Un desiderio che i suoi genitori hanno deciso di esaudire. Ce lo racconta mamma Teresina, la incontriamo al cimitero di Catanzaro mentre prega sulla tomba della figlia nel giorno dedicato alla commemorazione dei defunti. «L’abbiamo accontentata in circostanze che sono state sorprendenti e, per chi ha fede, in qualche modo miracolose. Rosanna si è svegliata improvvisamente una mattina dicendomi, con proprietà di linguaggio e senza farfugliare: “Mamma mi devi portare a Lourdes perché la Madonnina mi sta aspettando”. Pensavo ne avesse parlato con qualcuno, forse con la nonna. Ma fu lei stessa ad aggiungere, con un piglio molto determinato: ”No mamma, forse non hai capito. La Madonnina mi sta aspettando”».
Il viaggio a Lourdes
È stata l’insistenza della bambina, quella sua determinazione, a convincere i genitori ad organizzare il viaggio. «Parlando con mio marito abbiamo deciso di accontentarla. Eravamo a fine luglio e non era semplice trovare un viaggio organizzato con posti ancora disponibili. Ricordo di aver fatto diverse telefonate ad alcune nostre amiche che all’epoca facevano parte dell’Unitalsi, dalle quali non abbiamo avuto però risposta positiva. Si trattava di spostare il viaggio a settembre o nei mesi successivi.
Ma Rosanna era sempre più impaziente e ripeteva alla mamma che bisognava partire per la Francia prima possibile. «A quel punto decidiamo di recarci in una agenzia di viaggi – racconta Teresina -. La titolare ci dice che i posti per i pellegrinaggi sono tutti esauriti e ci prospetta delle soluzioni alternative. Torniamo a casa per fare le nostre valutazioni e dopo nemmeno un paio d’ore riceviamo una telefonata dalla stessa agenzia nella quale mi sento dire: Signora, non so come spiegare ma sulla schermata del computer mi risulta che si sono liberati tre posti per il viaggio organizzato con l’Opera Calabrese Pellegrinaggi per cui se volete partire dovete venire subito e regolarizzare il tutto».
Sono circostanze che tutt’oggi Teresa difficilmente riesce a spiegare, quasi come se quel viaggio fosse stato organizzato da una forza che andava al di là delle aspettative umane. «Anche al comune siamo riusciti ad avere subito i documenti di Rosanna – aggiunge -. Una volta arrivati a Lourdes era come se mia figlia sapesse già quello che doveva fare, come si doveva muovere. Ha riempito di acqua benedetta la classica statuetta della Madonnina, ha visitato il santuario, è entrata nella grotta. Era a suo agio, come se si sentisse chiamata. Questa è stata la mia percezione».
La malattia
Da quel viaggio tanto desiderato Rosanna portava sempre con sé la statuetta della Madonnina benedetta. Chi la conosceva le regalava spesso le coroncine del rosario che oggi mamma Teresa custodisce con cura.
I giorni vanno avanti, Rosanna cresce e con lei cresce anche quel profondo sentimento di fede che non l’ha mai abbandonata. Ma dopo qualche tempo succede qualcosa che cambierà per sempre la sua vita e quella della sua famiglia. «Ad un certo punto la bambina inizia a prendere peso inspiegabilmente – ricorda la mamma -. L’abbiamo ricoverata prima presso l’ospedale di Lamezia Terme, da lì siamo stati trasferiti a Roma e da Roma, a distanza di poco tempo, siamo andati al San Raffele di Milano per approfondire la cosa. Lì hanno scoperto una forma tumorale che hanno monitorato fino all’età di dieci anni quando Rosanna è stata sottoposta ad un delicato intervento all’ospedale per bambini Vittore Buzzi, sempre di Milano. Aveva dieci anni. E anche in questa circostanza abbiamo percepito la presenza della sua Madonnina».
La voce di Teresina è rotta da pianto nel ricordare quei momenti. «La professoressa che ha deciso di operare mia figlia è stata l’unica in tutta Europa che ci ha voluto provare, essendo la massa tumorale in un punto molto delicato, ovvero in sede paravertebrale, tra i polmoni e il cuore. Dalla finestra della sua stanza in ospedale Rosanna vedeva un campanile molto alto, adornato con statue raffiguranti degli angeli. Ricordo che mi diceva: “Mamma vedi, lì ci sono il mio angelo e la mia Madonnina”. A me sembrava un fatto oggettivo, li vedevo anche io gli angeli». Ma arriviamo al giorno dell’intervento, un intervento molto lungo e delicato durato circa sedici ore.
L'intervento e la protezione della Madonnina
«Rosanna stringe tra le mani la sua Madonnina di Lourdes. Vuole portarla con sé in sala operatoria. E pur non essendo consentito portare nulla, la dottoressa nel vederla così attaccata alla sua statuetta ci rassicura e dice: “Signora, Rosanna entrerà in sala operatoria con la sua statuetta”. E così è stato. Dopo una lunga attesa, la specialista ci viene incontro e mostrandoci le mani dice: “L’intervento è andato bene”. Istintivamente mi sono inginocchiata ai suoi piedi per ringraziarla ma lei risponde: “Signora, non deve ringraziare me. Queste mani me le sono sentite guidare”. Ero così felice che chiedo alla professoressa di indicarmi la cappella dell’ospedale, volevo andare a ringraziare Dio e la Madonna ma la stessa mi invita ad aspettarla perché vuole accompagnarmi e pregare con me. È lei stessa a dirmi che dietro l’ospedale Buzzi c’è la basilica di Santa Maria di Lourdes. Davanti c’è la ricostruzione della grotta a grandezza naturale. Lì ho capito che quello che Rosanna osservava dalla sua finestra era il santuario della sua Madonnina».
Dopo l’intervento la bambina aveva conservato una forma di immunodeficienza e doveva rispettare una alimentazione particolare. Da quel momento sono passati altri quattro anni. Nel 2017 improvvisamente il problema si ripresenta e Rosanna nel giro di una settimana prende dieci chili. «Nemmeno i medici hanno saputo spiegarci le cause di questa reazione, forse una forma di infezione. È stato terribile. Da lì una corsa in vari ospedali d’Italia per evitare l’inesorabile».
Una testimonianza d'amore e di fede
Nonostante gli sforzi e la grande voglia di vivere di Rosanna, la bambina non ce la fa e il 25 aprile 2018 lascia per sempre la vita terrena. «È il mio angelo. Penso che il cielo le abbia messo le ali già da quando era piccolina. Rosanna nel corso del tempo ha dato molti segni di questa sua forte spiritualità, segni di una grande fede. Era la mia unica figlia e oggi che non c’è più, la sua è una presenza costante nella mia vita. L’ho sognata poche volte ma c’è stato un sogno che mi è rimasto impresso: aveva una coroncina del rosario in mano e me la mostrava. E il rosario oggi ci lega, è una catena d’amore che non finirà mai tra me e lei».
La storia Rosanna, secondo mamma Teresina, altro non è se non un messaggio d’amore: «Nei suoi piccoli gesti di ragazzina, nella sua semplicità, si è attaccata alla vita con tutte le sue forze, anche quando venivano meno. Lei ha sempre dato coraggio a tutti noi. La sua è stata una testimonianza meravigliosa di fede. Se non avessi riflettuto su quella che è stata la testimonianza di vita di mia figlia forse la mia fede si sarebbe potuta indebolire. Spero che la storia di Rosanna possa aiutare molte persone ad amare la vita e a lasciare una testimonianza d’amore per chi rimane».