Partecipazione al sodalizio mafioso dei Patania e  rivelazione del segreto di ufficio in concorso. Sono queste le accuse con cui l’ex parroco di Stefanaconi Salvatore Santaguida (difeso dai legali Giancarlo Pittelli e Enzo Galeota) indagato nell’inchiesta “Romanzo criminale” condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia su disposizione della Dda di Catanzaro e diretta contro il clan Patania di Stefanaconi, è stato rinviato a giudizio dal gup distrettuale del Tribunale di Catanzaro. Il processo inizierà l’8 giugno al Tribunale di Vibo Valentia e la sua posizione verrà discussa insieme ad altre tredici persone rinviate a giudizio lo scorso 13 marzo. Si tratta dei fratelli Salvatore, Saverio, Giuseppe, Nazzareno, Andrea e Bruno Patania; la loro madre, Giuseppina Iacopetta, ritenuta al vertice della cosca dopo l’uccisione del marito, il boss Fortunato Patania durante la faida con i Piscopisani; Cosimo e Caterina Caglioti; Nicola Figliuzzi; Cristian Loielo; Alessandro Bartalotta; Francesco Lo Preiato; e l’ex maresciallo dei carabinieri Sebastiano Cannizzaro, il militare accusato di concorso esterno in associazione mafiosa perché avrebbe agevolato il clan Patania di Stefanaconi, da un paio di mesi tornato in libertà dopo quasi un anno di custodia cautelare in carcere. Dovranno difendersi  a vario titolo dalle accuse di associazione mafiosa, usura, estorsione, danneggiamento, porto, detenzione e cessione di armi anche da guerra, possesso di segni distintivi contraffatti e favoreggiamento personale, commessi in concorso e con l'aggravante delle modalità mafiose. Sono in corso invece davanti al gup distrettuale di Catanzaro Assunta Maiore i giudizi abbreviati chiesti lo scorso 27 febbraio dagli altri sette imputati di “Romanzo Criminale”: Antonio Sposato, Toni Mazzeo, Rosalino Pititto, Daniele Bono (collaboratore di giustizia), Alex Loielo, Damiano Caglioti e Riccardo Cellura.

Gabriella Passariello