Resta libero l'ex parroco di Stefanaconi Salvatore Santaguida indagato nell'inchiesta "Romanzo criminale" per partecipazione al sodalizio mafioso dei Patania e  rivelazione del segreto di ufficio in concorso con il maresciallo dei carabinieri Sebastiano Cannizzaro. L'appello della Procura contro la decisione del gip del Tribunale di Catanzaro che aveva rigettato la richiesta di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari è stato bocciato. Lo hanno deciso i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro, presieduto da Giuseppe Valea, a latere Carlo Saverio e Ilaria Tarantino, che hanno ritenuto non sussistenti le esigenze cautelari. Esclusi il pericolo di fuga, il rischio di inquinamento di prove, dal momento che le accuse a carico di Santaguida derivano da dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, sottoposti a programma di protezione e mancano inoltre le condizioni per la reiterazione del reato. A parere dei giudici del collegio quanto riferito dal sacerdote ai Patania non costitutiva il frutto di conoscenze proprie ma provenienti dallo stesso Cannizzaro nel corso degli incontri intercorsi tra loro o dei colloqui telefonici.  Santaguida non potrebbe reiterare il reato, non solo perché non è più parroco di Stefanaconi, ma soprattutto perché non avrebbe alcun interlocutore tra le Forze dell'ordine: la sua unica fonte di informazioni il maresciallo Cannizzaro non è più in servizio. Santaguida avrebbe avuto quali suoi interlocutori privilegiati, secondo quanto riferito dai pentiti Daniele Bono e Loredana Patania,  Giuseppina Iacopetta vedova del boss Fortunato Patania, ucciso il 19 settembre 2011 e considerata il vertice del sodalizio criminale,e Giuseppe Patania, ai quali forniva le notizie ricevute da Cannizzaro. L'incontro poteva avvenire in chiesa, dove si recava Iacopetta ma anche nell'abitazione dei Patania. Dichiarazioni rese anche riguardo alla informazione che Giuseppe Patania aveva auto da Santaguida circa l'istallazione di una microspia nella sua macchina. L'intercettazione ambientale all'interno della macchina viene descritta dai due collaboratori, tant'è che alla notizia del monitoraggio dell'auto viene collegata l'episodio del tentativo di depistare le indagini per l'uccisione di Mario Fiorillo, per il quale delitto era stato sottoposto a custodia cautelare Cosimo Caglioti, fratello di Caterina Caglioti, moglie di Nazzareno Patania, fratello di Giuseppe. Riguardo alle perquisizioni e controllo da parte delle Forze dell'ordine nei confronti della cosca, i due pentiti hanno riferito che i Patania ricevevano da Cannizzaro, tramite la soffiata del sacerdote informazioni che consentivano ai componenti la cosca di occultare armi custodite nelle loro abitazioni. La sezione penale non esclude, anzi conferma l'ipotesi di accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. L'indagato, attraverso la sua colpevole condotta consistita nel veicolare al sodalizio le informazioni che riceveva dal maresciallo, ha apportato un contributo volto ad assicurare la permanenza del sodalizio e a garantire il controllo sul territorio, cercando anche di arginare interventi a sorpresa da parte delle Forze dell'ordine. L'udienza preliminare nei confronti di Santaguida, del maresciallo dei carabinieri, di Iacopetta insieme ad altre 21 persone presunti esponenti della cosca di 'ndrangheta di Patania inizierà il 27 febbraio.


Gabriella Passariello