È stata una vera e propria seduta fiume quella andata in scena oggi a Roma. Per oltre sei ore si è infatti protratto il tavolo di verifica interministeriale che vigila sullo stato di avanzamento degli adempimenti del piano di rientro sanitario calabrese. Un controllo ad ampio raggio iniziato di buon mattino (attorno alle 10) e andati avanti ad oltranza fin nel pomeriggio.

Programma operativo

Da quanto emerso nelle oltre sei ore di monitoraggio, il programma operativo non ha ancora visto la luce. Il documento programmatico trasmesso da diversi mesi a Roma dalla struttura commissariale non è ancora stato definitivamente approvato dai due ministeri affiancanti. Il piano è finito, infatti, al centro di una serie di rilievi e richieste di approfondimento che ha comportato successive revisioni del testo che consta di oltre 300 pagine. L’istruttoria da parte dei ministeri non è ancora stata completata.

Azienda Zero

Richieste di chiarimenti sono giunte, inoltre, sulla costituenda Azienda Zero. La creatura fortemente voluta dal presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, per razionalizzare la governance sanitaria stenta ancora a muovere i primi passi. In particolare, i tecnici dei ministeri hanno chiesto delucidazioni sulle ultime modifiche introdotte a Palazzo Campanella in riforma della legge regionale. Secondo quanto emerso, i rilievi si sarebbero addensati su alcuni aspetti normativi.

La circolarizzazione

A rischio naufragio, inoltre, sarebbero le attività di circolarizzazione. Più volte il presidente della Regione ha assicurato che entro il 31 dicembre sarebbe stata definitivamente quantificata l'entità del debito maturato dalle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi nei confronti dei fornitori. Il mese scorso il dipartimento Tutela della Salute ha invitato tutte le società che intrattengono rapporti commerciali con gli enti del servizio sanitario a dichiarare i crediti. L'operazione si sarebbe dovuta concludere domani ma la scadenza si allontana come un miraggio all'orizzonte.

Scarsa adesione

Da quanto emerso, su oltre 13mila società interpellate solo 380 hanno risposto alla chiamata della Cittadella e per debiti di entità modesta. Così si è infine deciso di prorogare i termini di altri 15 giorni, fissando una nuova scadenza al 24 novembre. E si tratta per ora di una attività preliminare. Dopo la dichiarazione dei crediti le aziende dovranno mettersi all'opera per incrociare i dati trasmessi dai fornitori con quelli risultanti negli uffici amministrativi di ogni singola azienda. Un'attività che potrebbe protarsi ben oltre il 31 dicembre.  

Pnrr

Infine, il capitolo investimenti. Da Roma si è chiesta conferma del rispetto dei tempi per la realizzazione delle opere previste nel piano nazionale di ripresa e resilienza. Nello specifico, garanzie del raggiungimento di almeno il 45% di stato di avanzamento dei lavori per l’esecuzione dei posti letto di terapia intensiva e degli interventi nei pronto soccorso che da cronoprogramma sono da completare entro dicembre del 2024.