«L’impennata dei costi del settore dell’edilizia con aumenti per alcuni materiali, anche oltre il 50%, aggiunta alla  indisponibilità degli istituti bancari alla concessione di mutui edilizi, soprattutto  per gli alloggi destinati alla locazione sulla quale la Regione aveva puntato nel recente passato, ha di fatto messo in crisi una lunga serie di cantieri di edilizia sociale». A renderlo noto è Legacoop Calabria che attraverso il coordinatore A.C.I. (Alleanza cooperative Italiane) Calabria – Settore Abitanti, Pasquale Mazzà, ha lanciato l'allarme sul rischio di nuove incompiute. 

Secondo quanto riferito, sono quindici i cantieri in tutta la Calabria rimasti bloccati: «Il perdurare del blocco dei cantieri sta mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro - ha proseguito l'esponente di Legacoop - oltre a determinare contenziosi tra la stessa Regione Calabria, soggetti attuatori e fornitori. Senza un intervento urgente da parte della Regione, molti di questi interventi rischiano di diventare delle vere e proprie “incompiute” con deturpazione del territorio e depauperamento dei finanziamenti regionali».

Gli interventi di edilizia sociale aveva trovato parziale copertura in due distinte leggi regionali, la restante quota di finanziamento era avvenuta attraverso fondi messi a disposizione dalle cooperative sociali e dalle imprese e, infine, una quota parte sarebbe dovuta avvenire attraverso la contrazione di mutui con istituti bancari. L'intervento prevedeva la realizzazione di 2.500 alloggi, di questi 1.500 sono già stati consegnati mentre ancora mille sono cantieri aperti.

«Da oltre un anno si sono susseguiti all’assessorato ai Lavori Pubblici e l’assessorato allo Sviluppo Economico diversi incontri, con la partecipazione dei rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative e di Assindustria per individuare le soluzioni per portare a termine gli interventi finanziati» spiega ancora il responsabile. «I rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali hanno chiesto alla Regione Calabria alcuni provvedimenti sblocca cantieri».

«Al fine di consentire agli operatori di far ricorso al sistema Bancario (mutui edilizi) è stato richiesto alla Regione l’istituzione di un fondo di garanzia, con il coinvolgimento di Fincalabra o Medio Credito Centrale, tale da consentire agli istituti bancari una assunzione di minore rischio, con relativa facilitazione alla concessione dei mutui necessari. Inoltre, visto l’andamento dei prezzi dei materiali per la realizzazione degli alloggi, si è richiesto l’adeguamento dei costi di costruzione, con applicazione degli indici ISTAT al 2022. Provvedimento peraltro previsto dagli stessi bandi, ma non aggiornati, e fermi al 2008».

«La ripresa dei cantieri e la realizzazione degli alloggi, circa 1000, darebbe una duplice risposta, sia al bisogno di casa, quanto mai urgente nella Regione, che alla richiesta di lavoro per lavoratori e imprese del settore, oggi in crisi a causa delle difficoltà relative al super bonus» ha concluso Pasquale Mazzà.