Arriva dal Pronto Soccorso dell'Annunziata di Cosenza la storia d'amore più straordinaria ed incredibile che si possa raccontare nel giorno di San Valentino. Di quelle celebrate nei versi di Antonello Venditti, di quelle che fanno dei giri immensi e poi ritornano. La storia, per fortuna, si spera, a lieto fine, di Caterina e di Vincenzo.

Giovani sposi

Lei di Sorrento, lui di Napoli, convolano a nozze nel 1983 a Vico Equense. Lei 22 anni, lui nel giorno del suo 27mo compleanno. Dopo un breve periodo trascorso a Roma, lui si stava laureando in medicina, lei in psicologia, si trasferiscono a Varese dove Caterina, per tutti Ketty, vince il concorso come insegnante. Vincenzo, o meglio Enzo per gli amici, comincia a lavorare in Svizzera come geometra. Passano sei anni anche in Francia, in Costa Azzurra. Tempi idilliaci con le loro tre splendide figlie: Jessica, Alessia e Paola.

La famiglia si sfascia

Un investimento sbagliato nel 2007 li porta sull'orlo del fallimento. Cominciano i litigi e l'incantesimo si rompe. Finiscono in tribunale e la separazione disgrega la famiglia da molti invidiata. Nel 2014 c'è la sentenza di divorzio e ciascuno va per la propria strada. Ketty a Sorrento, mentre Enzo inizia a peregrinare tra Campania e Calabria cercando una stabilità che non arriva.

L'odissea di Enzo

Tra impieghi mal pagati e relazioni sentimentali burrascose rischia di finire sotto i ponti. Si trova a Reggio, senza un euro in tasca e senza un posto dove dormire, quando mette da parte l'orgoglio e chiede aiuto a Caterina. Lei si intenerisce: «Era pur sempre il padre delle mie figlie - ci confida mentre tutto d'un fiato rivela anche i particolari più intimi e dolorosi di quel travagliato periodo – E gli mandai dei soldi. Stavo per partire per Tunisi per insegnare alla scuola italiana Hodierna e gli offrii la possibilità di venire con me».

In viaggio verso la Tunisia

«Quando ci imbarcammo verso il continente africano era il 2017. Enzo era pur sempre un sostegno ed un conforto , in una terra straniera la cui popolazione è musulmana per oltre il novanta percento. Mentre io sono una fervente cattolica. Partimmo confidando nella Misericordia di Dio. Qui Enzo ha trovato lavoro come geometra grazie all'Arcivescovo Ilario Antoniazzi. Dopo la Rivoluzione dei Gelsomini, alcune terre sequestrate dal regime vennero restituite al Vaticano per cui vi era molto da ricostruire. Negli anni trascorsi in Tunisia accanto a suore e sacerdoti, con l'amicizia del presule, abbiamo ricostruito il nostro rapporto».

Bloccati al Covid

Nel dicembre 2019 il ritorno a Sorrento, per le festività natalizie. Un periodo di vacanza prolungato dalla necessità di rimanere per qualche settimana accanto alle figlie. «Stava per nascere la nostra nipotina Maria Sofia. Poi però è arrivata la pandemia. E con la chiusura delle frontiere siamo rimasti bloccati in Italia – ricorda ancora Caterina - Appena è caduto il limite degli spostamenti extraregionali, in giugno ci siamo trasferiti a Scalea e ci siamo innamorati della Calabria. Abbiamo comprato casa, ci siamo trasferiti e recuperato interamente il nostro equilibrio». Ketty ed Enzo rimettono insieme i cocci della loro storia. Decidono di sposarsi per una seconda volta proprio a Scalea. Ad agosto 2022 avviano l'iter delle pubblicazioni nel comune tirrenico, ma devono rimandare per problemi di salute. Tornano a Varese.

Le seconde nozze

Lei è costretta per due mesi su una sedia a rotelle. Operata a Milano si rimette in piedi. Lui soffre di insufficienza renale. A fine gennaio il municipio li contatta e li avverte: l'11 febbraio 2023 è l'ultima data utile per contrarre matrimonio. Non se lo fanno ripetere due volte. Organizzano la trasferta, chiamano parenti e amici. Sabato scorso si presentano davanti all'ufficiale di stato civile del comune di Scalea  Maria Teresa Formati. E si sposano quarant'anni dopo la prima volta. Ma la festa dura poco: «Domenica mattina Enzo era gonfio e semincosciente. Siamo andati al punto di primo soccorso dell'ospedale di Praia a Mare dove i sanitari si sono resi conto subito della gravità della situazione: mio marito aveva un edema polmonare causato proprio dall'insufficienza renale».

Momenti concitati e drammatici

«Con l'elisoccorso lo hanno trasferito in codice rosso all'Annunziata. Sono stati momenti concitati e drammatici: quando l'ho visto sulla barella e poi decollare verso Cosenza ho temuto di non rivederlo più, ho avuto paura di perderlo. Ho capito che lo avevo risposato non perché avevamo trascorso così tanto tempo insieme, non perché era il padre delle mie figlie, ma perché lo amo ancora profondamente e non posso vivere senza di lui». Al pronto soccorso del nosocomio bruzio è stato sottoposto a rianimazione e dialisi: «Gli hanno salvato la vita – dice Caterina – Ho letto tanto della malasanità in Calabria, ma io sono riconoscente nei confronti di tutti: medici, infermieri, assistenti sociali. Con coraggio e professionalità si sono prodigati per strappare il mio Enzo alla morte. Mi hanno confortato, mi sono stati vicini. E non lo dimenticherò mai».