Oltre 550 ordinanze di pagamento emesse dalle Corti d'appello, per un valore complessivo degli indennizzi pari a 26,9 milioni di euro. E due distretti giudiziari calabresi nelle posizioni di vertice negli importi per riparazione per ingiusta detenzione. Quello di Reggio Calabria ha una media molto elevata: circa 7 milioni annui tra il 2018 e 2014. Anche Catanzaro presenta cifre elevate, più di 4 milioni all’anno in media (ma incidono pesantemente i 10,3 milioni del 2018).

Il distretto di Reggio Calabria presenta tuttavia un trend in diminuzione negli ultimi tre anni: 10,3 milioni nel 2022, 8 nel 2023 e 4,5 milioni nel 2024. In crescita invece l’andamento riscontrato a Catanzaro: si passa dagli 871mila euro del 2022 ai 4,5 del 2024 con i 2,1 milioni come tappa intermedia nel 2023.

I dati emergono dalla relazione del ministero della Giustizia sulla riparazione per ingiusta detenzione, relativa ai dati del 2024.

E segnalano anche l’entità media degli importi per singola ordinanza emessa: in testa c’è Reggio Calabria con 108mila euro, per Catanzaro la cifra è di 38mila euro (10mila al di sotto della media nazionale).

Ogni anno le Corti d'appello definiscono una media di 1.218 procedimenti. Nel 2024 sono stati 1.293: il 45,6% si è concluso con un provvedimento di accoglimento, il 49,7% di rigetto.

I distretti con il maggior numero di procedimenti sono, in media, quelli di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma. Nel 2024 - si legge su “Giustizianewsonline”, il notiziario web del ministero di via Arenula - il maggiore numero di provvedimenti di accoglimento si registra nelle sedi di Catanzaro (117), Reggio Calabria (62), Palermo (57), Roma (48), Bari (44). L'importo degli indennizzi varia sensibilmente da distretto a distretto e di anno in anno.

Valori significativi si segnalano a Bari - solo per il triennio 2018-2020 -, Catania, Catanzaro, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Roma.

In testa, come dicevamo, Reggio Calabria e Catanzaro per importo medio annuo, con, rispettivamente, circa 7 milioni di euro e circa 4 milioni. Nel 73% dei casi, l'accoglimento deriva da provvedimenti con cui si accerta l'estraneità della persona ai fatti contestati; nel restante 27%, si tratta invece di misure cautelari illegittime, a prescindere dalla decisione di condanna o assoluzione.