È stato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro Delle Vedove a rappresentare il Ministero sotto l’egida del quale è in svolgimento l’iter amministrativo attivato per completare finalmente il nuovo palazzo di Giustizia di Reggio. La futura aula magna del costruendo palazzo di Giustizia di Reggio Calabria, alla presenza delle massime autorità, ha ospitato una nuova tappa dell’iter amministrativo che condurrà alla prossima stipula del contratto e all’avvio dei lavori che avverrà tra fine 2024 e 2025 e con la consegna dell’opera finita entro il 2026.

Delmastro: «Saniamo un ferita del territorio»

«Sono 60 milioni di lavori rifinanziati, avendo rifatto completamente il quadro delle necessità con ciò che manca, con ciò che nel tempo è venuto meno, delle sopravvenienze, delle nuove tecnologie, per fornire un quadro che dia finalmente certezza alla stessa impresa che interviene. Lo abbiamo fatto per non lasciare più un'opera incompiuta soprattutto sulla cittadella della giustizia che era una ferita mortale e insanabile all'interno di questa città», ha detto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove.

«Vi è stato uno sforzo complessivo di tutte le istituzioni a partire dal Comune di Reggio Calabria fino al Governo ed oggi credo possiamo a ragion veduta festeggiare. Questa è un'opera faraonica e molto importante ed è evidente che le procedure rallentano molto quando nascono i contenziosi. Oggi credo che abbiamo perimetrato con certezza il quadro degli interventi nuovi e sono convinto che l'impresa, anche sotto il vigile controllo di tutte le istituzioni, potrà celermente portare a compimento questa incompiuta.

Non abbiamo la una palla di cristallo, ma abbiamo posto le migliori condizioni perché i trenta mesi possano essere rispettati. Indiscussa la strategicità dell'opera stessa per il Ministero soprattutto in queste terre, soprattutto in questi luoghi, per raccontare che lo Stato non arretra più, soprattutto sulla giustizia, soprattutto sul contrasto alla criminalità organizzata. Lo Stato è presente e si riappropria dei suoi spazi». Così ha concluso Delmastro Delle Vedove.

Dopo il subentro dell’Unità tecnica amministrativa della presidenza del Consiglio dei ministri l’iter per il completamento del Palazzo di Giustizia ha subito un importante accelerazione. Ormai prossima è la riattivazione del cantiere.

Gaetano Campo capo dipartimento amministrazione giudiziaria, Pasquale Loria capo Unità Tecnica Amministrativa della presidenza del Consiglio dei Ministri e Filippo Colombrita direttore generale dell’impresa che completerà l’opera, hanno fatto il punto sull’iter e sui lavori eseguiti e da eseguire.

Campo: «Tempi di realizzazione sempre più certo e ravvicinati»

«Si tratta di un’opera necessaria per la collettività locale. La sede degli uffici giudiziari è un valore importante. Proseguiamo nel nostro impegno con l’assoluta ferma volontà di portare a termine un’opera fondamentale. Riprendiamo oggi un percorso diretto a realizzare quest’opera così importante, un cammino deciso con tempi più certi e più ravvicinati». Così il capo dell’organizzazione giudiziaria, Gaetano Campo.

Loria:«Un’opera bellissima anche dal punto di vista architettonico»

«Ci auguriamo che i tempi siano quelli previsti e quindi abbiamo nella nostra testa impressa la data del 2026 quando il cronoprogramma prevede che i lavori vengano consegnati definitivamente alla città, al territorio e all'amministrazione giudiziaria. Siamo qui con l’intento di dare risposte certe e rapide e ci auguriamo che, come in altre circostanze tutto vada per il verso giusto e quindi che riusciremo a garantire il risultato. Bisognerà sicuramente lavorare sia sulla struttura che è completa ma chiaramente abbandonata da un certo periodo di tempo. Anche questa sala è stata recuperata in tempi brevissimi proprio per realizzare qui simbolicamente questo momento pubblico. Poi ci sarà da completare la parte impiantistica e da mettere in funzione tutto il palazzo, anzi i palazzi, perché questa è un'opera bellissima anche dal punto di vista architettonico». Così Pasquale Loria capo Unità Tecnica Amministrativa della presidenza del Consiglio dei ministri.

L'appalto contempla il completamento del 30% dell’opera e la conferma arriva proprio da Loria. «Il corpo di fabbrica è esistente, è completo, le opere murarie sono state realizzate. Bisognerà riprendere il tutto e soprattutto completare la parte impiantistica e la messa in funzionamento».

Il direttore Colombrita:«Sfida per completare una delle opere più importanti del Sud»

L’ingegnere Filippo Colombrita, direttore generale dell'Ingegneria Costruzioni Colombrita, impresa appaltatrice dei lavori si dice «onorato dal lavoro che lo attende, ricordando di essere stati scelti anche per realizzare la Cittadella giudiziaria di Catania che è la nostra città. Il lavoro è in pieno corso di realizzazione e anche lì prevediamo di ultimarlo nel 2026. La cittadella giudiziaria di Reggio Calabria, il tribunale di Reggio Calabria è progetto ancora più grande dimensionalmente di quello di Catania. Sappiamo che rappresenterà un punto di riferimento un po' per tutto, per lo sviluppo economico, culturale e la crescita della regione Calabria e di Reggio Calabria in particolare».

Colombrita ha parlato di una complessa gara pubblica per eseguire i lavori di completamento di quest'opera incompiuta ormai da quasi vent'anni. «Il nostro gruppo imprenditoriale, che esiste da settantacinque anni e opera su tutto il territorio nazionale nel settore degli appalti pubblici e privati, ha piena consapevolezza della sfida che ci aspetta e siamo ben consapevoli che questa rappresenta una delle opere più importanti che si faranno Sud Italia nei prossimi anni. L'appalto in oggetto riguarda il completamento delle opere di finitura principalmente quindi pavimenti, intonaci, rivestimenti e quant'altro e degli impianti c'è una notevole componente impiantistica anche perché la struttura negli anni in cui è stata un abbandonata è stata particolarmente vandalizzata, quindi il progetto prevede il rifacimento di fatto di tutti gli impianti, il completamento delle opere di finitura, e poi anche la revisione di tutte le strutture già realizzate sia in cemento armato che in carpenteria metallica che chiaramente col corso degli anni un po' si sono deteriorati».

«Di nuovo – ha aggiunto l’ingegnere Colombrita - è previsto il completamento di un ultimo corpo di fabbrica, oltre che tutti i muri di recinzione e le sistemazioni esterne, e la copertura dell'area centrale tra i due principali corpi di fabbrica. Si tratta di una copertura bioclimatica per realizzare un cortile interno coperto e riparato per come previsto in progetto». Così ha concluso Filippo Colombrita direttore generale dell’impresa che completerà l’opera.

Hanno espresso soddisfazione Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, e Carmelo Romeo assessore comunale al palazzo di giustizia di Reggio Calabria.

Falcomatà: «Opera fondamentale per riorganizzare la giurisdizione reggina»

«Possiamo ritenere finita una bruttissima pagina per tutti. Ringrazio il ministero e il sottosegretario Delmastro per la sua presenza qui, dimostrazione anche di quanto il governo tenga al riavvio e quindi al completamento di quest'opera. Un'opera che probabilmente risponde a quella che è la madre di tutte le battaglie, ovvero riorganizzare la giurisdizione in uffici consoni all'esercizio dignitoso della giustizia. Quindi farlo in contesti che possano anche rendere più efficace e più efficiente l'esercizio della giustizia nel nostro territorio, dove il contrasto alla 'ndrangheta in generale, alla criminalità organizzata e alla corruzione è senza dubbio prioritario».

Ma il primo cittadino sottolinea anche che il completamento dell’opera non può riguardare soltanto il pianeta giustizia. «Oggi guardiamo anche ai risvolti di riqualificazione e recupero urbanistico di questo territorio perché questo diventerà un parco della giustizia al servizio dei magistrati, al servizio degli avvocati, a servizio di tutti gli operatori del diritto ma direi anche e soprattutto al servizio dei cittadini».
Una battaglia vinta che ha premiato delle scelte assunte negli anni scorsi: «Siamo riusciti, dopo anni di contenziosi, dopo anni di fermo, dopo anni di battaglie anche in tribunale. Però la scelta di abbandonare il contenzioso e affidarci al Ministero della Giustizia per il completamento dell'opera oggi si dimostra la scelta giusta. Adesso, naturalmente, da inizio gennaio quando il cantiere entrerà nel vivo seguiremo costantemente i lavori per evitare che insomma ci possano essere ulteriori arresti. Noi, ci auguriamo di no, naturalmente».

L’assessore Romeo: «Un momento storico per un’opera altamente simbolica»

«Un momento storico che attendevamo da tanto e per il quale abbiamo lavorato tanto. È un momento che ci siamo creati. Con il sindaco Falcomatà nel 2021 abbiamo intrapreso quello che sembrava allora il percorso più arduo, più difficile, di trovare un ente terzo che riappaltasse l'opera anziché attendere il contenzioso al tribunale di Catanzaro. Questa scelta oggi possiamo dire ufficialmente che si è rivelata lungimirante e corretta in quanto il tribunale di Catanzaro ancora non si è espresso rispetto al contenzioso vecchio mentre il nuovo percorso è arrivato a conclusione della parte amministrativa. Già nelle scorse settimane sono state consegnate le aree alla ditta che ha iniziato le attività di pulizia e quelle propedeutiche a questo evento che abbiamo fortemente voluto realizzare all'interno del nuovo Palazzo di giustizia, proprio per dare un segnale concreto di ripartenza. È un'opera che rappresenta tantissimo anche sotto il profilo simbolico per Reggio Calabria, perché in una città come la nostra, che negli anni ha visto tantissime problematiche legate al malaffare, il Palazzo di giustizia è fondamentale e ridonarlo alla città sarà una grande vittoria».

Sicuramente l'iter che sta vedendo anche il ritorno a distanza in un anno del Governo, con il sottosegretario Delmastro, fa ben sperare per il rispetto dei tempi e Romeo in qualche modo lo conferma. «Abbiamo rispettato quella che è stata la tabella di marcia che ci siamo dati nel 2022 quando abbiamo firmato il primo protocollo con l'allora ministro Cartabia. Da lì in poi abbiamo seguito un iter che oggi ci ha portato già alla consegna lavori».