VIDEO | Questa sera puntata interamente dedicata alla colossale inchiesta coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri
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Una grande puntata di impegno civile quella in onda a PresaDiretta su RaiTre questa sera. Sarà interamente dedicata al maxiprocesso alla ’ndrangheta scaturito dalla colossale inchiesta Rinascita-Scott, una delle più importanti operazioni nella storia della lotta contro la criminalità organizzata portata a segno dalla Procura di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri. Inchiesta alla quale la nostra testata ha deciso di dedicare una sezione qui consultabile.
L’inchiesta Rinascita-Scott
La maxi inchiesta Rinascita-Scott ha colpito, per la prima volta, tutte le 'ndrine del Vibonese e anche la rete di rapporti tra 'ndranghetisti e ambienti imprenditoriali, politici e massonici.
Sono 456 complessivamente gli indagati (21 le posizioni stralciate rispetto alla chiusura delle indagini) e ben 224 le parti offese: 205 privati, 15 Comuni, più la Provincia di Vibo Valentia, la Regione Calabria, la Prefettura di Teramo e il Ministero della Giustizia.
Centinaia le contestazioni di reato mosse nel contesto di quella che – sin dall’esecuzione delle misure cautelare, all’alba del 19 dicembre del 2019 – il procuratore Gratteri indicò quale la più grande inchiesta contro la criminalità organizzata sin dai tempi del maxiprocesso di Palermo. Si spazia dall’associazione mafiosa, all’omicidio, estorsione, usura, traffici di droga e di armi fino a contestazioni minori.
L’indagine che si è avvalsa del supporto operativo dell’Arma dei Carabinieri (il Ros Centrale, il Ros di Catanzaro e il Nucleo investigativo dell’Arma dei carabinieri) ha ricostruito la struttura e l’organizzazione delle più influenti cosche di ‘ndrangheta del Vibonese e le loro cointeressenze con il mondo della massoneria, delle istituzioni, delle professioni e della società civile. Caposaldo dell’inchiesta, la figura di Luigi Mancuso, ritenuto capo del Crimine di Vibo Valentia, che, secondo l'accusa, avrebbe avviato un progressivo processo di pacificazione tra i clan vibonesi, dopo anni di faida e tensioni per il controllo degli affari illeciti e del territorio.
A seguire altri presunti boss di primo piano della ‘ndrangheta vibonese, influenti tanto in Calabria quanto in diverse regioni italiane: Saverio Razionale, ritenuto il boss di San Gregorio d’Ippona, Giuseppe Accorinti, ritenuto il capo del locale di Zungri e del carcere di Vibo Valentia, i fratelli Domenico e Pasquale Bonavota (quest’ultimo ancora latitante) ritenuti i vertici dell’omonimo clan di Sant’Onofrio, con cellule operative a Roma, in Piemonte ed in Canada.
L’inchiesta ha svelato anche le fibrillazioni interne alle famiglie che si sarebbero divise il potere mafioso nella città di Vibo Valentia (i Lo Bianco-Barba, i Camillò-Pardea-Macrì, i Pugliese detti Cassarola), alle prese con le pesanti defezioni provocate dalla collaborazione con la giustizia di Andrea Mantella e Bartolomeo Arena. Un novero di pentiti che si allarga al contributo di altre gole profonde di primissimo piano come Emanuele Mancuso e Raffaele Moscato, il cui narrato si aggiunge a quello dei collaboratori storici.
L’indagine della Dda di Catanzaro ha portato anche all’arresto e, adesso, all’imputazione per una figura di calibro della politica e delle professioni in Calabria, Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia, penalista di prestigio, accusato di essere un massone borderline, che avrebbe messo a disposizione il suo patrimonio di relazioni, informazioni e conoscenze, In favore del boss Luigi Mancuso e Saverio Razionale.
Il 13 gennaio scorso è iniziato il processo nell’aula bunker realizzata nell’area industriale di Lamezia Terme. Sono in totale 913 i testi citati dalla pubblica accusa (Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Graatteri con i pm Antonio De Bernardo e Annamaria Frustaci che hanno stilato la lista testi) nel processo con rito ordinario dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Oltre agli investigatori che hanno seguito da vicino le indagini e redatto numerose informative – carabinieri (soprattutto Ros di Catanzaro, Nucleo Investigativo di Vibo e Ros di Roma), polizia e finanza – a periti e consulenti della pubblica accusa, sono stati chiamati a deporre anche cinque testimoni di giustizia e ben 58 collaboratori di giustizia e fra loro anche il giudice Marco Petrini. Quindi collaboratori di primo piano della ‘ndrangheta vibonese e calabrese, pentiti di Cosa Nostra, della camorra, della Sacra Corona Unita.
Rinascita-Scott a PresaDiretta
Rinascita Scott è «una enciclopedia dell’universo mafioso calabrese, c’è di tutto dentro – racconta PresaDiretta - decine di omicidi e di lupare bianche, il traffico d’armi e quello internazionale di droga, ma ci sono anche le storie delle persone umili vittime del potere ‘ndranghetista, a dimostrazione che dove comanda la mafia soffrono tutti».
E poi le «tante domande ancora aperte. Come hanno fatto i Mancuso a conoscere il giorno e l’ora in cui sarebbero scattati gli arresti? Che ruolo ha la massoneria deviata come moltiplicatore del potere criminale? In che modo riesce ad infiltrarsi nei Palazzi di Giustizia per aggiustare i processi?».
La puntata dal titolo Processo alla ‘ndrangheta è un racconto di Riccardo Iacona con Marco Raffaele Della Monica e Massimiliano Torchia. Tra gli intervistati che hanno contribuito alla narrazione di Rinascita Scott, oltre al procuratore Nicola Gratteri, ai magistrati e agli ufficiali dell’Arma dei carabinieri, c’è anche uno dei giornalisti di LaC News24, il nostro collega Pietro Comito.