Siamo stati nei locali di proprietà della Fondazione Terina che fino ad ora hanno ospitato il call center Abramo. Qui nascerà l’aula bunker che ospiterà il processo Rinascita Scott, intentato dalla Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, un unicum in Calabria che potrebbe attirare anche procedimenti da fuori regione.

 

Immagini in esclusiva

Vi mostriamo in esclusiva le immagini dei luoghi ispezionati dal ministero della Giustizia e in cui a breve arriveranno oltre mille tra imputati, avvocati e magistrati per un processo storico. Sono andati quasi tutti via i lavoratori del call center Abramo che per anni hanno indossato le cuffiette in questi locali. Rimangono le sedie, le insegne delle compagnie telefoniche che commissionavano i servizi, fili elettrici, le disposizioni di sicurezza anti contagio Covid. A febbraio l’azienda ha disdetto i locali, a giugno il presidente della Fondazione Mediterranea Terina, che ne è proprietaria, si è fatta avanti e ha proposto che diventassero l’aula bunker del processo Rinascita Scott.

 

La proposta de Terina

Quell’ipotesi, a cui subito se ne sono affiancate altre, si è concretizzata, le ispezioni del ministero della Giustizia e i tavoli romani sono andati a buon fine. L'unica alternativa concreta era una tendostruttura, il cui valore è stato quantificato in sei milioni di euro. La Fondazione Terina non chiede fitti ma solo spese condominiali, è situata in un luogo nevralgico e controllato, ha vinto la partita in pochi giorni.

 

Inizio dei lavori

Si attende ora l’inizio dei lavori e lo sgombero delle ultime sale. Circa 150 i lavoratori rimasti, l’azienda nell’ultimo incontro con i sindacati aveva promesso un ulteriore mese di tempo prima del trasferimento in altre sedi, ma dalla Terina c’è stato un secco no visto che l’accordo con il ministero è stato ormai raggiunto e i lavori devono partire al più presto.

 

Il processo

L’udienza preliminare è fissata a fine luglio. 479 gli indagati, circa mille le persone che dovrebbero arrivare tra magistrati, avvocati, imputati, giornalisti. 3300, invece, i metri quadrati offerti, con mura di cartongesso facilmente abbattibili, impianti di videosorveglianza già predisposti, decine e decine di parcheggi, un albergo da cinquanta stanze, una mensa che andrebbe solo riattivata. E Lamezia punta su questa occasione per rilanciare se stessa e quell’area industriale semi deserta, senza servizi o utenza ma anche la Fondazione stessa da anni sotto utilizzata.