Prima dell’udienza era stato intervistato dalla Disney che sta lavorando ad un docu-film. Alcuni legali degli imputati hanno sollevato però problemi al Tribunale suscitando più reazioni
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La Disney intervista Vincenzo Chindamo – fratello di Maria Chindamo (rapita e scomparsa nel 2016 dinanzi alla sua tenuta agricola di Limbadi) – all’interno dell’aula bunker dove si sta svolgendo il maxiprocesso Rinascita-Scott. Un’intervista effettuata prima dell’inizio dell’udienza e nello spazio riservato alla stampa, ma a qualche avvocato non sta bene e solleva problemi. Il motivo? Il fatto che Vincenzo Chindamo, appena entrati i giudici del Tribunale collegiale di Vibo Valentia e staccata la registrazione con la Disney, si sia seduto qualche postazione più in avanti rispetto a quelle riservate alla stampa in un’aula immensa e, soprattutto, semi-vuota. A sollevare il “problema”, un avvocato del collegio di difesa degli imputati, a cui si sono aggiunti altri legali con argomentazioni del medesimo tenore.
Le polemiche
A dissociarsi apertamente dalle loro prese di posizione sono stati l’avvocato Giovanna Fronte, legale di parte civile in Rinascita-Scott, e il pm della Dda di Catanzaro Antonio De Bernardo. La presidente del Collegio, Brigida Cavasino, sorpresa per la “levata di scudi” sollevata da alcuni avvocati per la presenza in aula di Vincenzo Chindamo, ha ribadito che le riprese del maxiprocesso, o l’utilizzo dell’aula per interviste ed altro, sono ammesse. Unica limitazione, la diffusione delle immagini e dell’audio delle udienze prima della lettura del dispositivo della sentenza, caso che nulla ha a che vedere con la presenza in aula di Vincenzo Chindamo e con la sua intervista – prima dell’apertura dell’udienza e nello spazio riservato alla stampa – da parte della Disney.
L’intervista
«La Disney – ci ha spiegato Vincenzo Chindamo – mi ha chiesto di riferire, da cittadino calabrese, cosa io penso di questo maxiprocesso in quanto sta realizzando una serie televisiva ed un docu-film. Ci siamo quindi accomodati con i giornalisti della Disney e i loro operatori di ripresa – con tanto di mascherine – nell’area riservata alla stampa per rilasciare l’intervista prima dell’apertura dell’udienza ed abbiamo staccato tutto appena i giudici sono entrati in aula. Un avvocato ha però segnalato mia presenza dicendo che venivo intervistato fra i banchi riservati agli avvocati, cosa non vera perché appena iniziata l’udienza abbiamo staccato con la registrazione dell’intervista».
Un “fuori programma”, dunque, del tutto inaspettato, così commentato dall’avvocato Giovanna Fronte: «Ma quanto fanno paura le parti offese? Fanno paura, tanta paura, anche se sono piccoli, magri, minuti, quasi invisibili perchè consumati dal dolore e dal peso della domanda di giustizia che si portano sulle spalle. Fanno paura i loro passi, le loro ombre e il loro respiro. Sono parti eventuali nei processi, dicono! Dicono pure che senza la loro presenza “il processo va avanti lo stesso”! Io vi dico che senza di loro i processi non iniziano neppure! Dicono che si fanno avanti solo per ottenere i risarcimenti danni ma del danaro non hanno bisogno, anche perchè non devono pagare le laute parcelle che richiedono i grossi avvocati: i grossi avvocati non difendono le persone offese e, quindi, sono costretti ad accontentarsi di piccoli avvocaticchi che accettano l’incarico solo perchè hanno creduto nel potere della toga e perchè hanno inteso la professione come una missione. Fanno paura e quando si ha paura si invoca la legge. Scusa Vincenzo Chindamo se stamattina in aula bunker ci hai proprio messo paura».