VIDEO | Sfuggito alla cattura nel dicembre del 2019 dopo la maxi operazione, è stato scovato in un B&B a Catanzaro. Il 70enne di Joppolo è ritenuto esponente di spicco del clan Mancuso
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È stato arrestato stamani Agostino Papaianni, 70 anni, latitante ricercato dal dicembre 2019 dopo essere sfuggito all’operazione Rinascita Scott. Ad arrestarlo sono stati i poliziotti della Squadra Mobile di Catanzaro ed è stato già trasferito nel carcere di Siano a Catanzaro.
È stato catturato all'interno di un appartamento - con tanto di palestra - annesso a un B&B nel quartiere Janò della città capoluogo, nel quale si trovava da aprile. Qui ogni giorno giungevano persone che consegnavano buste della spesa. Al momento dell'arresto, Papaianni, che si avvaleva di false generalità, era da solo e non ha opposto resistenza ammettendo poi la sua reale identità. Sono in corso accertamenti per appurare eventuali favoreggiamenti nella latitanza.
Residente a Coccorino di Joppolo, nel Vibonese, Papaianni avrebbe ricoperto un ruolo di spicco all’interno del clan Mancuso e, più in particolare, nell’articolazione facente capo a Luigi Mancuso. È accusato in Rinascita-Scott del reato di associazione mafiosa con l’aggravante di essere il promotore di un clan “competente” su tutta l’area di Capo Vaticano sino a Coccorino e Joppolo da un lato e Tropea dall’altro. Nel mirino di Agostino Papaianni e dei La Rosa di Tropea sarebbero finiti diversi villaggi turistici, con l’imposizione del rifornimento di generi alimentari (frutta, principalmente), “guardianie” e l’assunzione di personale.
Sul conto di Agostino Papaianni, anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Andrea Mantella: «Conosco Agostino Papaianni dal 1993. In quella occasione nel carcere di Siano Luigi Mancuso, che era in compagnia di mio cognato Pasquale Giampà, mi ha riferito se potevo fare il rimpiazzo di Giuseppe Rizzo, figlio di Romana Mancuso, mettendo in copiata come capo società Agostino Papaianni. Sapevo che Papaianni – ha raccontato Mantella – era affiliato ai Mancuso ed era in ottimi rapporti con Luigi Mancuso e so che Papaianni aveva un distributore di carburante».
A riscontro dell’attualità dei rapporti tra Agostino Papaianni e il boss Luigi Mancuso, anche un servizio di osservazione svolto in data 12 novembre 2019 in Corte d’Appello a Catanzaro in occasione della sentenza del processo “Black Money” sul clan Mancuso, in cui era imputato Agostino Papaianni (che è stato condannato a 7 anni e 8 mesi), ma non Luigi Mancuso. Gli investigatori hanno documentato la presenza in Corte d’Appello proprio di Luigi Mancuso, giunto in compagnia di Pasquale Gallone e di Papaianni.
A rendere da ultimo dichiarazioni su Agostino Papaianni è stato il collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena. «Agostino Papaianni, tuttora – ha dichiarato Arena – è un referente importantissimo dei Mancuso. Per quanto a mia conoscenza, nel corso dei battesimi in carcere, vengono messi in copiata, molto spesso, Luigi Mancuso come capo società e Agostino Papaianni come contabile. Anche questo mi conferma l’importanza ed il rilievo di Papaianni, in quanto una tale posizione non può che essere riservata a soggetti di primo piano».