La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva invocato il ripristino della custodia in carcere. E invece in due risponderanno nel processo d’appello a piede libero, altri tre rimangono agli arresti domiciliari
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Dichiarati inammissibili cinque ricorsi per Cassazione proposti dalla Dda di Catanzaro nei confronti di altrettanti imputati di Rinascita Scott che non andranno così al momento in carcere.
La Procura aveva chiesto il ripristino della misura della custodia in carcere per: Umberto Maurizio Artusa, 57 anni, di Vibo Valentia (condannato in primo grado a 18 anni di reclusione e che resta agli arresti domiciliari per motivi di salute); Giovanni Sicari, 32 anni, di Paradisoni di Briatico(condannato in primo grado a 19 anni e 2 mesi, resta a piede libero); Raffaele Pardea, 66 anni, di Vibo Valentia (condannato in primo grado a 18 anni di reclusione, resta a piede libero); Antonio Lo Bianco, 77 anni, di Vibo Valentia (condannato in primo grado a 18 anni e 2 mesi, resta ai domiciliari per motivi di salute); Francesco Romano, 39 anni, di Briatico (condannato in primo grado a 21 anni e 2 mesi, resta ai domiciliari per Rinascita Scott, mentre si trova in carcere per una contestazione estorsiva mossa dalla Procura di Brescia).
Accolte così le argomentazioni degli avvocati Giuseppe Di Renzo e Francesco Gambardella per Artusa, Giuseppe Di Renzo e Giuseppe Bagnato per Sicari, dell’avvocato Salvatore Sorbilli per Pardea, dell’avvocato Giuseppe Bagnato per Lo Bianco e Romano.
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