La Provincia e il Comune di Vibo Valentia hanno annunciato la costituzione di parte civile contro i presunti vertici e gregari del sodalizio dei Piscopisani coinvolti nell'inchiesta denominata 'Rimpiazzo' condotta dalle Squadre mobili di Vibo e Catanzaro e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo di regione.

 

L'atto amministrativo è stato pubblicato sull'albo pretorio online dei due Enti in cui, a fondamento della decisione, si evidenzia che «dal capo di imputazione emerge come parecchie attività produttive della città siano state nel tempo reiteratamente oggetto di atti intimidatori e richieste estorsive da parete degli aderenti al sodalizio criminale». Pertanto, il Comune, identificato quale parte offesa, ritiene «suo dovere tutelare la comunità amministrata anche dal comportamento offensivo delle libertà dei cittadini messo in atto negli anni dalla consorteria criminale di cui la Procura antimafia chiede il rinvio a giudizio».

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Allo stesso modo, la Provincia ha sottolineato che la decisione è stata presa «per tutelare gli interessi dell'Ente e ottenere il risarcimento dei danni, anche morali, scaturenti dalla vicenda giudiziaria». L'udienza preliminare davanti al gup distrettuale di Catanzaro è stata fissata al prossimo 23 marzo, data in cui davanti al magistrato compariranno i 57 indagati nell'inchiesta 'Rimpiazzo' scattata nell'aprile del 2019 che portò all'arresto di una trentina di persone, ritenute dagli investigatori, appartenenti o comunque vicini alla presunta consorteria criminale che ha base nella piccola frazione Piscopio, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, armi, usura, danneggiamenti e altro.