Nove indagati in tutto tra cui una persona irreperibile. Sono accusati di estorsione, detenzione e porto illegale di arma da sparo oltre che per intestazione fittizia di beni
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Un milione e mezzo di euro sequestrati tra quote societarie e conti correnti, cinque persone agli arresti domiciliari e tre sottoposte a obbligo di firma. Nove indagati in tutto tra cui una persona irreperibile, che si troverebbe all'estero. È il bilancio dell'operazione 'Popilia' della Guardia di finanza di Rimini sulle attività in Romagna di un gruppo di imprenditori di origine calabrese che agiva anche spacciandosi come affiliato alla 'Ndrangheta. Secondo quanto ricostruito, negli ultimi due anni a Rimini gli indagati hanno gestito un hotel e un chiringuito sulla spiaggia di Viserba fino a quando un dipendente, vessato e non pagato, ha avuto il coraggio di denunciare.
L'indagine, scattata nel 2018, si è conclusa questa mattina con una ventina di perquisizioni da parte di 50 finanzieri, coordinati e diretti dalla Procura di Rimini, nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Taranto. I reati contestati vanno dall'estorsione alla detenzione e porto illegale in luogo pubblico di un'arma comune da sparo, calibro 7,65, e intestazione fittizia di beni. La pistola sarebbe stata usata per minacciare il dipendente del bar sulla spiaggia e il proprietario dell'hotel di Viserba che chiedeva il pagamento dell'affitto dell'immobile.
Oltre alle misure cautelari è scattato il sequestro preventivo delle quote sociali e dei beni aziendali di sei società, fittiziamente intestate a un prestanome che risulta tra gli indagati, operanti nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Siena nel settore turistico ricettivo ed in quello collegato degli allestimenti fieristici. Negli anni il gruppo avrebbe gestito hotel a Chianciano Terme, a Castrocaro, Cesenatico, San Mauro Mare e a Rimini. Secondo gli investigatori, gli indagati erano soliti reprimere eventuali contrasti con soci e dipendenti in modo violento.