«Il rapporto di fiducia con la magistratura va ricostruito nel tempo. È chiaro che la magistratura non deve cercare consenso: un giudice deve essere libero di condannare quando tutti chiedono un’assoluzione e di assolvere quando tutti chiedono una condanna. Tuttavia, ritrovare la fiducia dei cittadini è fondamentale».

Queste sono le parole del Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Walter Ignazitto che, nel rispondere alle domande sulla riforma della giustizia ha confermato come sia necessario ricostruire il rapporto di fiducia tra la magistratura e i cittadini. «Spesso gli errori sono stati della magistratura stessa – ha continuato -. Iniziative come queste sono un passo nella giusta direzione, anche se il percorso sarà lungo. Noi ci impegneremo in questo».

La magistratura si apre alla cittadinanza in un momento molto delicato, in cui il suo ruolo viene messo in discussione dalla politica. Fare chiarezza ai cittadini quanto è importante in questo momento di confusione tra riforme e libertà intaccate? «È qualcosa di estremamente importante. La magistratura sente la necessità di dialogare con i cittadini, di aprirsi, di farsi conoscere. Spesso il giudice è visto come isolato nella sua torre d’avorio, ma oggi c’è bisogno che entri in contatto con la città, che parli non solo attraverso le sentenze – come è doveroso – ma anche in modo diretto, rispondendo alle domande dei cittadini. Questo è un passo significativo per ricostruire fiducia e vicinanza».

Una delle riforme più discusse riguarda la separazione delle carriere. Si è parlato di attacchi personali ai magistrati e, in alcuni casi, di delegittimazione. Come risponde la magistratura a un governo che sembra chiudere le porte al dialogo? «Non si tratta di fare polemiche politiche. L’obiettivo è far conoscere ai cittadini che cos’è la magistratura, affinché possano farsi un’idea chiara e consapevole sulle scelte che, in un momento storico come questo, possono risultare più o meno vantaggiose per l’interesse collettivo».

Procuratore, cos’è la magistratura oggi? Come la spiegheremmo in poche parole a chi non è del settore? «La magistratura è un ordine dello Stato che ha una responsabilità enorme: applicare la legge e garantire ai cittadini l’esercizio dei loro diritti. È un compito gravoso, ma è un onere che la magistratura, pur tra difficoltà quotidiane, si impegna a portare avanti con serietà».

Un tema caldo è quello della libertà di stampa e informazione. La recente modifica legislativa limita la pubblicazione delle ordinanze in una fase iniziale. Cosa cambia per i cittadini? «L’informazione deve essere libera, ma è necessario bilanciare interessi contrapposti. Da un lato, il diritto della collettività a conoscere; dall’altro, il diritto degli indagati, che sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva, a non vedere divulgate informazioni in modo scorretto. La stampa ha una grande responsabilità: deve garantire un’informazione corretta, senza ledere i diritti di chi si trova in una posizione di debolezza».