Nelle ultime settimane, il dibattito pubblico in Italia si è acceso su diversi temi, raggiungendo l’apice di tensione durante la recente protesta che ha visto la partecipazione di magistrati e professionisti del diritto durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. A Reggio tra i volti noti presenti, il già presidente della Corte d’Appello Luciano Gerardis che ha catturato l'attenzione dei media, portando con sé una grande esperienza e sapienza giuridica. Nonostante sia in pensione, Gerardis ha scelto di schierarsi al fianco dei giovani colleghi, sottolineando un messaggio di unione e dignità che attraversa il variegato mondo della magistratura. Con lui, in un confronto A Tu per Tu abbiamo snocciolato i temi della riforma della giustizia.

Gerardis ha espresso le sue riserve in merito a certe affermazioni, invitando alla riflessione e al rispetto delle istituzioni. «Le opinioni del ministro vanno sicuramente rispettate, sono opinioni autorevoli» ha riconosciuto, per poi avviare una critica incisiva: «Tutta la magistratura mai così unita non la pensa affatto in questo modo».

Queste parole portano l'eco di un malcontento che va oltre le singole posizioni. In un momento in cui si respirano venti di cambiamento legislativo, Gerardis ha richiamato l’attenzione sulla fondamentale importanza della Costituzione italiana, frutto di immense lotte sociali e politiche. «Pensiamo a come l’Assemblea Costituente ha riflettuto articolo per articolo nell’elaborare la Costituzione», ha ricordato il magistrato, sottolineando la serietà e la solennità con cui vennero definite le norme che regolano la vita del Paese.

L’appello alla prudenza e al rispetto dell’equilibrio tra i poteri dello Stato emerge chiaramente. La Costituzione non è solo un insieme di regole, ma un riflesso di valori fondamentali conquistati a caro prezzo. Gerardis ha messo in guardia da tentativi di modifica che potrebbero minare la struttura stessa della governance democratica. «Mi auguro che questo non accada», ha ribadito con fermezza, richiamando l’attenzione sulla vulnerabilità di questi equilibri.

Il sentimento di unità manifestato dai magistrati, a loro volta rappresentanti di una professione messa in discussione, ci porta a riflettere su un aspetto cruciale della democrazia: il rispetto delle istituzioni e dei diritti garantiti dalla carta costituzionale. In un periodo caratterizzato da divisioni e conflitti ideologici, la capacità della magistratura di presentarsi coesa è un segnale di speranza e di responsabilità. La voce di Gerardis e dei suoi colleghi si fa portavoce di un sentimento comune, un richiamo a mantenere intatti i principi di giustizia, imparzialità e legalità che dovrebbero contraddistinguere ogni forma di governo.

Questo appello, sebbene specifico per il contesto italiano, risuona con forza in qualsiasi democrazia del mondo. Il compromesso e il dialogo sono essenziali per garantire un futuro dignitoso e rispettoso dei diritti di tutti. La Costituzione, emerge chiaramente dalle voci in campo, in quanto documento vivo e vibrante, deve continuare a essere protetta e valorizzata, non come un semplice strumento giuridico, ma come la base morale della nostra società.

In conclusione, la partecipazione di figure di spicco come Luciano Gerardis alla protesta non rappresenta solo una difesa della loro professione, ma un invito a tutta la società civile a riflettere sull’importanza di una Costituzione che ci unisce e ci guida. In un momento di tumulto, è fondamentale riscoprire il valore delle istituzioni e il significato delle lotte che ci hanno permesso di costruire un Paese migliore.