A margine del convegno di Unicost a Reggio Calabria il membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura ha sottolineato che si tratta di «temi su cui si gioca l'autonomia e l'indipendenza»
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«Sono fortemente contrario alle prospettive di riforma del Csm fin qui delineate». Lo ha detto Antonino Laganà, membro togato del Csm a margine di un convegno di Unicost a Reggio Calabria.
Laganà ha specificato di non condividere «il sistema del sorteggio per l'elezione dei componenti del Csm e le prospettive di una Corte Disciplinare. Si tratta di temi - ha sottolineato - su cui si gioca l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, perché il Csm non può essere mero organo di passacarte, di bassa o alta amministrazione. Nel Csm, per volere della Costituzione, si fa politica giudiziaria. O forse si vuole un magistrato burocrate, meschino o sottomesso al volere che non esercita la Giurisdizione? Noi, invece, vogliamo un magistrato sereno e che dinanzi a un cittadino, ricco o povero che sia, affermi che la legge è uguale per tutti. Al Csm - ha aggiunto Antonino Laganà - deve andarci un magistrato che, sottoponendosi al vaglio democratico, prima di tutto, dei magistrati togati, esprima la sua visione della Giurisdizione. Più che cambiare la Costituzione, dovremmo tutti impegnarci a cambiarla».