Le amministrazioni comunali morose hanno assunto l’impegno di effettuare parte dei pagamenti arretrati. Permane comunque il problema della carenza di siti di conferimento pubblici
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L’impianto pubblico per lo stoccaggio dei rifiuti di Bucita ha, da questa mattina, ufficialmente riaperto i cancelli e i comuni possono riprendere, tramite le aziende private, l’attività di raccolta e di conferimento. La società Ekrò che gestisce la struttura avrebbe ricevuto rassicurazioni dai comuni morosi del pagamento degli arretrati.
Il disguido, a parere del sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi, è stato di tipo amministrativo determinato da problemi di salute di un componente interno alla burocrazia dell’Ambito territoriale ottimale. Lo stesso Stasi manifestava la disponibilità del personale comunale di Corigliano-Rossano al fine di sfoltire il lavoro accumulato dagli uffici dell’Ato.
Il problema è bilaterale: da un lato l’arretrato, dall’altra la mancanza di impianti per il conferimento in Calabria. In questi giorni alcuni comuni hanno bypassato l’impianto di Bucita portando i rifiuti direttamente a Calabria Maceri (Rende) che svolge le stesse attività di Bucita ed ecco perché i cittadini non hanno avvertito il peso del disagio. Il punto è il costo a tonnellata per il trasferimento fuori regione degli scarti: si parla di circa 280euro a tonnellata.
Il percorso prevede il trattamento a Bucita, poi gli scarti vengono trasferiti a Calabria Maceri e da qui al Porto di Gioia Tauro con destinazione Marocco e Tunisia. Un vero e proprio salasso a carico dell’Ato e quindi dei cittadini contribuenti. Nelle ultime ore il dibattito ha fatto registrare forti contrapposizioni tra i consiglieri regionali Pasqualina Straface (FI), Giuseppe Graziano (Udc), il Pd, e l’Amministrazione comunale. Sullo sfondo la tematica su come uscire dall’emergenza.