I comuni del Pollino, come quelli di tutta la Calabria, sono già in sofferenza a causa dello stop alla raccolta di alcune frazioni di rifiuti. Conseguenza quasi naturale nell’emergenza che sta travolgendo la regione Calabria dopo che gli impianti privati hanno chiuso le porte ai comuni morosi.

 

Una situazione che rischia di diventare una bomba sanitaria ed ambientale con l’estate ormai nel pieno del suo vigore ed i turisti che stanno per affollare le aree marinare tanto quanto quelle interne.

 

Lunedì la riunione dei sindaci dell’Ato di Cosenza, ormai priva del dimissionario presidente Manna, dovrà fare i conti con questa e altre necessità impellenti come quella di trovare un sito per accogliere l’Ecodistretto di cui da tempo si parla.

Sarà scelta l'area di Castrovillari?

Voci sempre più pressanti che arrivano dagli ambienti della Regione Calabria parlano della scelta di un sito nell’area di Castrovillari che già si era candidata ad accogliere la struttura moderna ed a servizio della raccolta differenziata promuovendo il sito dell’Italcementi. Proposta che sollevò molto polemiche ed opposizioni del mondo ambientalista che fecero saltare anche la seconda e più valida candidatura del sito nel Comune di Morano Calabro, a ridosso dell’uscita A2 del Mediterraneo.

 

Anche in quel caso la sollevazione popolare obbligò il sindaco Nicolò De Bartolo – che con una delibera di giunta aveva candidato il suo comune – a gettare la spugna ed arrendersi alla volontà popolare che per giorni assediò il palazzo con manifestazioni, sit in e assemblee infuocate.

Chi non vuole proprio sentir parlare di Castrovillari come sito per l’Ecodistretto è il primo cittadino di Frascineto, Angelo Catapano, (l’impianto sorgerebbe a pochi chilometri dall’ingresso del suo comune) che alle solo indiscrezioni di stampa sul ritorno della ipotesi Italcamenti ha già ribadito il suo «fermo no» all’impianto.

 

«Una siffatta decisione – ha continuato il sindaco arbereshe –, non può assolutamente trovare accoglienza in un territorio a vocazione agricola-turistica e in gran parte ricadente nel Parco nazionale del Pollino. Già in altre occasioni, ci siamo opposti unitamente agli altri colleghi sindaci, ad un provvedimento che non risponde appieno al rispetto della legalità, delle normative vigenti e, soprattutto, mina alle fondamenta l’aspetto eco ambientale».

«Non paghiamo per colpe altrui»

Questa parte di Pollino, definito «polmone verde dell’alta Calabria» per Catapano non può trasformarsi in un «serbatoio di rifiuti della provincia di Cosenza, o pagare altri prezzi per colpe altrui, per il mancato approvazione di un piano che riordini definitivamente il sistema dei rifiuti».

 

Qui il binomio sul quale si base l’economia e lo sviluppo è rappresentato da «ambiente e risorse naturali» e dunque c’è bisogno del «coinvolgimento dei comuni che rappresentato nella loro autonomia le istanze dei propri amministrati». Dunque no ad imposizioni dall’alto per Frascineto che esprime la propria «preoccupazione» e «contrarietà» ad una soluzione che anche volumetricamente in termini di rifiuti accolti sarebbe eccessiva per l’intera area del Pollino, «il cui habitat naturale è scelto da tanti turisti».

Resta però urgente dare una «soluzione» non più rimandabile alla gestione dei rifiuti con una «assunzione di responsabilità» che fa eco alle parole pronunciate dal sindaco di Rende, Manna, proprio ieri alla presenza dell’assessore all’ambiente Ultimo.

 

L’ex presidente dell’Ato 1 ha parlato di «improcrastinabile urgenza di fare scelte definitive in merito all’emergenza rifiuti». Per questo, ha concluso Catapano, ben coscienti della emergenza che sta vivendo la Calabria in queste ore, «anche alla luce del fallimento degli ambiti territoriali, che vanificano gli sforzi compiuti per quanto attiene la raccolta differenziata, che nel Comune di Frascineto raggiunge la quasi percentuale del 100%», serve una soluzione concertata con i territori e nel rispetto delle vocazioni agricolo turistiche di quest’area del Pollino.