Attualmente la percentuale è poco sopra quota 60. Fondamentale diventa il termovalorizzatore della Piana per ridurre il conferimento in discarica che nel 2030 non dovrà superare il 10%: nel frattempo l’immondizia non riciclabile dovrà essere bruciata
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Migliorare le performance nella gestione dei rifiuti, la qualità e la quantità della raccolta differenziata, incentivando l’adozione di sistemi puntuali per la tariffazione del servizio secondo il principio “paghi per quanto produci”; gestire in modo sostenibile la frazione umida del rifiuto urbano privilegiando l’auto-compostaggio e il compostaggio di comunità; realizzare una rete impiantistica a servizio dei flussi della raccolta differenziata per massimizzare il recupero di materia da inviare alle filiere del riciclaggio; e puntare forte sull’inceneritore di Gioia Tauro.
Sono queste le linee strategiche attraverso le quali la Regione Calabria con l’aggiornamento al Piano dei Rifiuti – necessario per adeguare la nostra regione alle direttive dell’Unione europea in tema di economia circolare – si è posta l’ambizioso obiettivo di spingere, al massimo il riciclaggio di materia di rifiuti e di ridurre drasticamente il rifiuto urbano conferito in discarica. Un atto di pianificazione condiviso e partecipato, lo definisce la relazione: il processo di Vas (valutazione ambientale strategica) consente di orientare le scelte del Piano al fine di garantirne la sostenibilità ambientale e di definire misure adeguate al monitoraggio ambientale.
In tal senso, l’aggiornamento del Piano, oggetto della Valutazione ambientale, copre un arco di pianificazione sino al 2030, con l’obiettivo di definire un sistema integrato di gestione dei rifiuti per la Regione Calabria fondato sull’ordine di priorità di gestione comunitaria: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di energia, improntato ai principi di autosufficienza e prossimità.
La raccolta differenziata
Per la raccolta differenziata – si legge nella relazione - l’obiettivo è il raggiungimento del 65% al 2023, del 75% al 2025, dell’80% al 2027, proiettando al 2030 il mantenimento dell’80% di Rd. Lo scenario previsionale della raccolta differenziata è funzionale all’incremento dell’intercettazione delle frazioni merceologiche dei rifiuti urbani con l’obiettivo di raggiungere almeno il 60% di riciclaggio di materia dai rifiuti urbani entro il 2025, anticipando l’obiettivo fissato dalla normativa vigente per l’anno 2030.
«Il fondamentale cambio di paradigma del presente aggiornamento, in accordo alla previsione del Prgr del 2016 modificato nel luglio 2022, consiste nell’eliminazione definitiva del ricorso alla discarica, privilegiando il recupero energetico delle frazioni non riciclabili nell’impianto di Gioia Tauro rispetto all’opzione di smaltimento, in linea con le indicazioni della gerarchia comunitaria e del Programma nazionale di Gestione dei Rifiuti. Rispetto alla pianificazione previgente e al documento di indirizzo per l’aggiornamento del Piano del marzo 2022, il recupero di energia è esteso anche al rifiuto urbano residuo».
Una scelta che secondo la valutazione dell’esecutivo regionale trova fondamento nell’analisi e valutazione delle alternative (“zero” “1” e “2”) contenute nel Rapporto Ambientale di Vas che dimostra come «il recupero energetico sia la soluzione ambientale più sostenibile per la gestione del Ru». Scelta peraltro coerente con il Programma nazionale per la Gestione dei Rifiuti che si è espresso in maniera chiara, in direzione del raggiungimento dei nuovi obiettivi comunitari.
Per una effettiva riuscita del Piano, prioritarie sono le azioni incentivanti per dare impulso alla raccolta differenziata, ricorrendo anche a sistemi integrati di raccolta che si adattino alle diverse realtà territoriali e alla diffusione della tariffazione puntuale. «Per garantire elevati livelli di servizi e un contemporaneo contenimento dei costi – si legge nel documento della giunta – occorre superare l’attuale frammentazione degli affidamenti, spesso in regime di proroga, in modo da conseguire economie di scala e di densità in grado di assicurare migliori livelli di servizio». E la creazione di Arrical, per l’esecutivo va in questa direzione.
Ma non basta. Perché occorre anche colmare il gap infrastrutturale e dotare la regione di una rete di trattamento dei rifiuti urbani che garantisca, in primis, il recupero di materia finalizzato al riciclaggio, valorizzi il patrimonio pubblico esistente per minimizzare il consumo di suolo, e che crei un ciclo industriale in cui l’inceneritore di Gioia Tauro possa essere utilizzato al massimo, rendendo produttiva tutta l’area in cui sorge.
Inceneritore di Gioia Tauro strategico
In continuità con la scelta operata nel Piano del 2016, aggiornato nel corso degli anni successivi, l’inceneritore (Wte) di Gioia Tauro, in linea con la gerarchia comunitaria dei rifiuti (economia circolare), assume quindi un ruolo strategico per la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani nel territorio regionale, per la valorizzazione energetica del rifiuto residuo e dei rifiuti secondari prodotti dal trattamento dei flussi della raccolta differenziata, la cui destinazione finale non sarà più la discarica.
Lo smaltimento in discarica rimane quindi l’opzione residuale, cui ricorrere nel periodo transitorio, nelle more del completamento ed adeguamento del sistema impiantistico regionale.
«Il recupero di energia da rifiuto – si legge nel documento - rappresenta quindi la scelta da prediligere rispetto allo smaltimento in discarica, da applicare a tutte le frazioni residuali non riciclabili che non possono essere ulteriormente sottoposte a recupero di materia ma che, invece, sono suscettibili di recupero energetico. Tali frazioni sono rappresentate dai rifiuti derivanti dalle operazioni di recupero delle frazioni della raccolta differenziata nonché dal rifiuto urbano residuo. L'obiettivo è quello di impedire che vengano conferiti in discarica rifiuti idonei al riciclaggio e di raggiungere una percentuale di rifiuto urbano».
D’altra parte l’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere una percentuale di rifiuto urbano conferito in discarica inferiore al 10% entro il 2025, che è anche l’anno in cui si prevede di completare la rete pubblica di infrastrutture di trattamento, compreso l’adeguamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro nel quale sarà possibile trattare anche un’aliquota significativa di fanghi (rifiuti speciali) prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane.
D’altra parte, la nuova organizzazione della rete impiantistica non dovrà più rispondere all’autosufficienza d’ambito provinciale, perché la legge di riforma del settore che ha creato Arrical, ha individuato l’intero ambito regionale quale dimensione territoriale per la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti urbani. Proprio per questo nel Piano si parla di Aree omogenee (nord: ex Ato Cosenza; centro: ex Ato Catanzaro, Vibo e Crotone; sud: ex Ato Città metropolitana di Reggio Calabria) di gestione.