L’emergenza rifiuti nella Sibaritide ha assunto livelli di estrema gravità e urgenza e si profila anche un problema di carattere igienico-sanitario. Tonnellate di rifiuti per strada e sui mezzi di raccolta delle aziende chiamate a svolgere l’attività di prelievo e di conferimento presso l’impianto pubblico di Bucita, chiuso dal 26 febbraio scorso a causa della impossibilità di poter individuare un sito dove far confluire gli scarti.

Blocchi e rallentamenti a singhiozzo da più tempo. Nella sola città di Corigliano Rossano si sono accumulate 900 tonnellate di rifiuti indifferenziati, oltre ai tanti cumuli ancora non raccolti a causa dei mezzi stracolmi. L’invito del responsabile del servizio di Igiene Urbana di Ecoross (azienda che ha in appalto il servizio di raccolta e trasporto in molti comuni) Simone Turco è quello di «aumentare la raccolta differenziata», così da diminuire l’indifferenziato che è la tipologia di rifiuto che dovrà essere poi conferito negli impianti di trattamento». 

Tutte le aziende che operano nel settore nella Piana di Sibari hanno i mezzi pieni di rifiuti. Notevoli i disagi e i disservizi alle comunità, ma anche all’interno delle aziende stesse, oltre che per i comuni chiamati a rispondere alle tante segnalazioni provenienti dall’utenza. E c’è già chi ha dato vita al “fai da te” dando fuoco alle montagne di rifiuti presenti per strada.

Nelle ultime ore l’Ufficio di Presidenza dell’Ato, ha reso noto che il gestore dell’impianto di Bucita riattiverà nei prossimi giorni il circuito di smaltimento degli scarti. Resta l'esigenza di interventi straordinari che consentano ai Comuni di uscire dallo stato di emergenza perenne in cui versa il ciclo dei rifiuti ormai da molti mesi, causando enormi criticità e degrado nelle città e destando molte preoccupazioni soprattutto in vista dell'estate.