I sindaci di Palmi, Melicuccà e Seminara provano a tranquillizzare i cittadini ma le associazioni si oppongono e chiedono chiarimenti sulla vicinanza dell'impianto alla sorgente d'acqua di Vina
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Manca poco all’apertura della nuova discarica di contrada La zingara di Melicuccà, nel Reggino. Dopo un lungo iter, passato anche attraverso un sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, l’invaso di Melicuccà pare destinato a dare una boccata d’ossigeno all’Ato di Reggio Calabria, provincia che sta scontando da anni un deficit di impianti pubblici nei quale conferire la frazione organica stabilizzata.
Come successo in passato, però, la notizia dell’apertura della nuova discarica ha innescato una serie di polemiche nella Piana di Gioia Tauro da parte di cittadini, forze politiche e ambientalisti. Il punto più discusso riguarda la vicinanza (alcuni chilometri) dell’invaso dell’acquedotto Vina, che serve i comuni di Palmi, Melicuccà e Seminara.
Da mesi i sindaci dei tre comuni – Giuseppe Ranuccio di Palmi, Emanuele Oliveri di Melicuccà e Carmelo Arfuso di Seminara - stanno cercando di convincere chi si oppone all’apertura dell’impianto di rifiuti sull’assenza di pericoli per la salute pubblica, alla luce di alcune perizie che sono state effettuate anche durante la fase di sequestro.
Nuovi approfondimenti
Per garantire la massima trasparenza, però, gli amministratori comunali hanno chiesto «ulteriori approfondimenti agli enti e ai tecnici competenti, proposto una cabina di regia condivisa con la nomina di un tecnico di parte (a cura dell’acquedotto Vina) che ci supporti a vigilare ed a verificare che la realizzazione e la gestione della discarica avvenga nelle modalità concordate al fine di fugare ogni dubbio sulla sicurezza della costruenda discarica».
«Come sindaci – scrivono - abbiamo posto sin da subito grande attenzione sulla questione della sicurezza poiché, come tutti i nostri cittadini, vogliamo essere certi che la realizzazione dell’impianto non comporti l’inquinamento di una delle principali fonti di approvvigionamento d’acqua dei nostri centri. Nella giornata di ieri, ci siamo recati alla Città Metropolitana di Reggio Calabria per approfondire ulteriormente e in maniera dettagliata gli studi effettuati finora dai tecnici di competenza».
Il nuovo impianto sorge in un’area che già ospitava una vecchia discarica per la quale sono in corso le procedure preventive per l’avvio dei lavori di bonifica per i quali sono stati stanziati i fondi dalla Regione Calabria.
«Basso impatto ambientale»
«La discarica di nuova costruzione – specificano i sindaci - ospiterà esclusivamente rifiuti già trattati, materiale organico di fatto equiparabile al cosiddetto “compost fuori specifica” ovvero una frazione organica stabilizzata comunemente chiamata Fos. Si tratta dunque di un rifiuto con un minimo impatto ambientale, caratterizzato da stabilità, mancanza di odore e di pochissima produzione di percolato».
Le critiche da parte chi si batte contro l’apertura del nuovo invaso, però, si concentrano sulla presunta vicinanza alla fonte d’acqua.
Lo sorgente e la discarica
«Il sito dove è ubicata la vecchia discarica e la costruenda – sottolineano gli amministratori - dista oltre 3 chilometri dalla fonte e non ci sono evidenze che possano dimostrare un possibile inquinamento della sorgente dell’acquedotto.
Infatti l’acquedotto Vina non è stato mai interessato, come da analisi periodiche effettuate, da contaminazioni o inquinamenti per cui l’acqua risulta essere al 100% pulita e sana e con buone caratteristiche organolettiche, infatti anche le indagini effettuate nelle vicinanze della stessa nel corso di questi anni hanno rilevato assenza di elementi inquinanti.
«Qualora emergesse qualcosa di diverso rispetto a quanto finora accertato – concludono i sindaci - saremo i primi a rivedere la nostra posizione e ad opporci strenuamente alla realizzazione della stessa».
C'è chi dice no
C'è però chi continua a ritenere le argomentazioni dei tre comuni poco rassicuranti. È il caso del Circolo Armino e della associazioni ProSalus e Terramala
«Dopo aver letto il comunicato dei sindaci di Palmi, Seminara e Melicuccà sulla discarica in corso di realizzazione in località La Zingara di Melicuccà - scrivono - vogliamo proseguire un dialogo su una questione che può avere conseguenze sulla salute delle nostre comunità.
In attesa di una relazione tecnica firmata che attesti quanto riportato nel comunicato giacché non possiamo immaginare che le tre amministrazioni comunali possano fondare le loro scelte su un incontro informale con i tecnici di Reggio Calabria, possiamo già avanzare qualche osservazione.
«Chi non cerca non trova»
È necessario ribaltare il “non ci sono evidenze che possano dimostrare un possibile inquinamento della sorgente dell’acquedotto” in “abbiamo dimostrato che non è possibile l’inquinamento della sorgente dell’acquedotto”. Se non cerchi non trovi, è fin troppo ovvio.
Infatti nella documentazione tecnica sin qui prodotta manca del tutto l’analisi di vulnerabilità della sorgente Vina in relazione alla costruenda discarica. Questa analisi è necessaria perché nessun rischio di contaminazione del Vina vale quanto alleviare di qualche mese l’emergenza rifiuti del capoluogo.
La posizione della discarica non è soltanto “opinabile” in quanto “posta in posizione sommitale sul versante che declina verso la Sorgente Vina”; infatti questo equivale ad ammettere che la discarica si trova all’interno del bacino di ricarica della sorgente e deve pertanto applicarsi la disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano di cui all’art. 94 del Codice dell’ambiente (Dlgs 152/2006).
Non è ancora stata effettuata alcuna indagine che dimostri una “evidente mancanza di interferenza con le falde di alimentazione della sorgente”. Se c’è la si produca. Il nostro intento è fare chiarezza e ricevere risposte concrete su questi punti. Da cittadini lo pretendiamo. Vogliamo, infine, precisare che la sorgente Vina è una delle maggiori in Calabria; la sua portata è, rispetto alla popolazione servita, paragonabile a quella che ricevono dal Menta gli abitanti di Reggio.
Cosa ne penserebbero questi ultimi di una discarica posta al di sopra della diga del Menta per ospitare “rifiuti già trattati, materiale organico di fatto equiparabile al cosiddetto “compost fuori specifica” … con un minimo impatto ambientale, caratterizzato da stabilità, mancanza di odore e dalla pochissima produzione di percolato”?».