Le premesse lasciano intravedere un’estate rovente sul fronte degli sbarchi che attraversano il corridoio del Mediterraneo. E mentre il presidente Conte è impegnato sul fronte internazionale per il G7 in corso in Canada, alle nostre latitudini, il Viminale, si trova a gestire il primo sbarco dell’era Salvini. Arriveranno a Reggio Calabria domani mattina, ma l’odissea dei 232 profughi tratti in salvo da due diverse imbarcazioni dall’organizzazione umanitaria Sea Watch è iniziata diversi giorni fa.

 

La richiesta di aiuto è stata raccolta e gestita dalla sala operativa della Guardia Costiera di Roma con tempi insolitamente lunghi. La nave doveva attraccare a Malta, che però ha negato il permesso e ogni forma di aiuto. Il Viminale ha temporeggiato per altre dodici ore prima di concedere un porto di approdo. Messina, si era detto all’inizio, stamane si è optato per Reggio Calabria. Intanto dai membri dell’Ong tedesca che si trovano a bordo dell’imbarcazione insieme ai migranti, arrivano dichiarazioni poco confortanti. Innanzitutto i volontari dichiarano che molti dei profughi, soccorsi in stato di disidratazione, stanno male e sono allo stremo, in balia di onde alte due metri da oltre ottanta ore. Un lasso di tempo nel quale potevano essere soccorsi e messi in salvo. Inoltre, sempre secondo fonti Sea Watch, una volta appreso del salvataggio dei migranti da parte della nave della Ong dal Viminale sarebbe arrivata la richiesta di evitare l'approdo in Italia. Opzione rivelatasi non percorribile poiché avrebbe messo a repentaglio l'incolumità sia dei migranti che degli operatori a bordo della nave.