A due settimane dal suono della campanella soltanto il 30% dei medici di base si è reso disponibile ad eseguire i test. E l'Asp valuta nuove mosse
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Mentre le amministrazioni comunali stanno lavorando per garantire il rientro a scuola dei ragazzi in piena sicurezza e nel rispetto dei protocolli anti-Covid, a due settimane dal suono della campanella nella Locride non tutto sembra filare per il verso giusto. Ad oggi infatti soltanto il 30% dei medici di base ha accettato di sottoporre ai test sierologici i docenti che a settembre torneranno a salire in cattedra. Sebbene l’esecuzione dei test sia su base volontaria, il dato fornito dall’Asp è al di sotto delle aspettative.
«Volevo sottopormi ad un test sierologico – racconta un’insegnante di italiano e storia in una scuola primaria del comprensorio – ma ho ricevuto una risposta negativa dal mio medico». Anche i docenti non sono obbligati e possono decidere di fare il test volontariamente. «I medici ad ogni modo – prosegue la maestra – non possono rifiutarsi e invitarci a rivolgersi ai privati. Sono sconcertata – sostiene - è un diritto negato, non possiamo andarci di mezzo noi».
Intanto l’azienda sanitaria provinciale reggina si sta muovendo diversamente e a partire dalla prossima settimana conta di poter accelerare le procedure in accordo con il provveditorato agli studi. Nella provincia reggina dal Ministero sono stati segnalati circa 12 mila insegnanti e 483 medici di base.