È rientrato in Italia Franco Eco, il compositore, originario di Crotone, rimasto bloccato da lunedì 25 ottobre in Sudan a causa del colpo del stato militare. «Rivedere nuovamente l'alba dall'Italia - dice in un messaggio inviato appena sbarcato - non ha prezzo. Ora sono in taxi verso casa. Vado a dormire e poi mi risveglierò da questo sogno… e presto sarò dalla mia famiglia a Crotone».

Eco era nel paese africano dove, in rappresentanza dell'Italia, aveva presentato al Sama Festival lo spettacolo Dante Concert messo in scena sabato 23 ottobre. A seguito di quanto accaduto il musicista è rimasto confinato in albergo insieme con decine di artisti di tutto il mondo in attesa di trovare un aereo che lo riportasse a casa mentre all'esterno la situazione si aggravava con scontri tra militari e popolazione contraria al colpo di Stato.

Venerdì sera la svolta. Eco doveva imbarcarsi su un volo per l'Italia che però non è mai partito. «Pochissimi i voli, l'aeroporto è stato praticamente preso d'assalto. Il mio volo è stato cancellato - racconta Eco - e mi sono imbarcato su un aereo con scalo in Etiopia. Ora sono finalmente a Roma».

«Il mio grazie grande grande - dice - a tutto il corpo diplomatico dell'ambasciata italiana in Sudan, in particolare a Fortunato Mangiola, giovanissimo vice ambasciatore che alla sua prima esperienza si è ritrovato a gestire una situazione che nessuno avrebbe potuto immaginare. Molto presto sarò a Crotone a riabbracciare la mia famiglia e tutta la mia città che tanto mi è stata vicina in questo difficilissimo momento. In questi giorni ho raccolto tanto di quel materiale umano con cui vi ringrazierò presto e a modo mio; non vedo l'ora di tornare in studio per iniziare le registrazioni del Dante Concert vol.2 che dedicherò al popolo sudanese».

«Da Khartoum - racconta il compositore - molti stanno scappando. Quelli che restano faranno oggi la 'milyunya', marcia di protesta per un Sudan libero e democratico. Il governo dei militari ha staccato nuovamente la linea e le comunicazioni si sono rese ulteriormente complicate. Il mio pensiero è soprattutto agli amici, a Randoz, Omar, Islam e a tutti quei ragazzi del Sama Music Festival e oltre che sono laggiù, consapevoli che la cultura crei confronto e critica per un mondo migliore».